Sarebbe una delusione d’amore la causa che avrebbe spinto una giovane 20enne cinese, impiegata nell’impianto di Taiyuan, in Cina, di proprietà della Foxconn, che produce in Cina i pezzi per i prodotti della Apple. Il suicidio è l’ultimo di una lunga serie; 14 solo lo scorso anno, più altri svariati tentativi di togliersi la vita da parte dei lavoratori, per le pessime condizioni di lavoro.
Li Rongying, questo il nome della ragazza, si è lanciata dal quarto piano dell’impianto che si trova nella zona settentrionale della provincia dello Shanxi. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la 20enne prima di lanciarsi dal palazzo, avrebbe lasciato un biglietto spiegando che alla base del tragico gesto ci sarebbe una delusione d’amore. Tuttavia, i genitori della ragazza avrebbero chiesto che fosse effettuata un’autopsia sul corpo della figlia.
La Foxconn è la più grande società al mondo di produzione di componenti per computer, producendo e assemblando pezzi per i prodotti Apple (iPod e iPhone in particolare), Sony e Nokia. Alle sue dipendenze si contano circa 1,2 milioni di dipendenti, mentre la gran parte dei suicidi è avvenuta nell’impianto di Shenzhen, nella parte meridionale del paese.
Bizzarra ma al contempo drammatica la decisione della società che, per ridurre l’ondata di suicidi, senza però venire in alcun modo incontro alle richieste di migliori condizioni di lavoro, ha fatto firmare ai propri dipendenti un contratto contente l’impegno a non suicidarsi, ma ha poi optato per la sostituzione di centinaia di migliaia di lavoratori con dei robot.