Sarebbe ad una svolta, dopo quasi due anni, l’inchiesta sull’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, di sei anni, il cui corpo, il 24 giugno 2014, era stato trovato davanti all’edificio dove abitava, nel Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, molto probabilmente dopo essere precipitata, e, secondo l’autopsia, dopo aver subito abusi sessuali. Questa mattina, infatti, i carabinieri della Compagnia di Casoria hanno arrestato, con l’accusa di violenza sessuale ed omicidio, Raimondo Caputo, 44 anni, compagno di Marianna Fabozzi, la vicina di casa della bambina. Caputo era già in carcere da novembre 2015, con l’accusa di violenza sessuale sulla figlia di tre anni, mentre la donna, ai domiciliari con la stessa accusa, era anche madre di un altro bambino, Antonio Giglio, morto a tre anni, il 28 aprile 2013, cadendo anche lui dal terrazzo dello stesso palazzo del Parco Verde di Caivano dove, un anno dopo, è morta Fortuna.
Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe lanciato la bambina dall’ottavo piano dell’edificio perché questa si era rifiutata di subire l’ennesimo abuso. L’inchiesta della Procura di Napoli, secondo il procuratore aggiunto di Napoli Nord Domenico Airona, ha dovuto fare i conti con l'”omertosa indifferenza e colpevolezza“ degli adulti, che, per quasi due anni, hanno protetto Caputo nel palazzo in cui vivevano sia lui che la vittima, ostacolando le indagini, mentre, ha aggiunto Airoma, “i piccoli hanno permesso una svolta“. Una bambina, in particolare, sarebbe stata sentita alla fine dello scorso anno, in presenza di una psicologa, in una casa famiglia dove era stata portata dopo l’allontanamento dalla famiglia, perché diceva di non voler tornare nella sua vecchia casa e che di solito dormiva con un uomo. La bambina aveva inoltre riferito di sentire dolori nelle parti intime, sostenendo che li avvertiva anche prima, e aveva poi spiegato che quell’uomo la toccava, anche quando la mamma era in casa, e che lei glielo aveva raccontato, ma questa le aveva risposto: “Poi ti passa…”
Gli esami specialistici hanno quindi confermato che la bambina aveva subito violenze sessuali, facendo scoprire agli inquirenti la condizione di degrado familiare in cui ella viveva e permettendo loro di appurare la drammatica fine della sua amichetta, la piccola Fortuna. Ancora più scioccante è il racconto che la bambina ha fatto degli ultimi attimi di vita della vittima: ella, infatti, avrebbe raccontato alla psicologa e al pm di aver visto Fortuna salire all’ottavo piano “con Caputo Raimondo”, di essere poi salita anche lei assieme alla mamma e di aver visto l’uomo che violentava la bambina, mentre questa “gli dava i calci”, e di aver poi capito che l’uomo la buttava giù “perché ho sentito le urla”. Per il procuratore capo di Napoli Nord, Francesco Greco, “l’indagine svela un quadro preoccupante in alcuni quartieri dell’area a Nord di Napoli, dove l’infanzia non è tutelata, non si consente ai giovani di avere un normale percorso di crescita”.
Durissima la reazione della mamma della vittima, Domenica Guardato, che ha affermato: “Da una parte sono contenta perché ho avuto giustizia, dall’altra dico che quei due devono marcire in carcere perché hanno ammazzato mia figlia“. Sin dall’inizio, la Procura aveva sospettato che Fortuna potesse essere rimasta coinvolta in un giro di pedofilia, insieme forse ad altri bambini del Parco Verde di Caivano, e infatti, durante le indagini, era stato appurato che altri quattro minori lì residenti erano stati vittime di tale crimine, mentre un’altra coppia di inquilini dello stabile era stata arrestata per pedofilia. La mamma della piccola, già pochi mesi dopo la sua morte, si era scagliata contro gli abitanti dell’edificio, dicendo: “Il mostro è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto. Chi sa parli”. Intanto questa mattina, dopo la notizia degli arresti, è stata lanciata una molotov contro la casa dove Fabozzi è agli arresti domiciliari, provocando leggeri danni ad una finestra.