Gli economisti del Fondo Monetario Internazionale hanno espresso il loro giudizio sull’economia italiana dopo la loro missione in Italia, e, pur riconoscendo che molto è stato fatto, a cominciare dall’uscita dalla procedura europea per deficit eccessivo, molto resta ancora da fare, per via delle previsioni di crescita deboli, dell’alta disoccupazione e del debito elevato. Interrogato in particolare sulla questione dell’Imu, il rappresentante dell‘Fmi Kenneth Kang ha ricordato che “tutti i Paesi hanno tasse” sui beni immobiliari e “in nessun paese c’è un’esenzione sulla prima casa“. Per questo, per Kang, “l’imposta sulla prima casa andrebbe mantenuta“, ma l’Italia dovrebbe “rivedere il sistema catastale per andare nella direzione di un sistema più equo e giusto. Per questo incoraggio il governo a tale riforma”.
Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha prontamente replicato: “E’ una questione che stiamo valutando. Certamente terremo conto dell’opinione del Fmi. Ma l’obiettivo è trovare un consenso all’interno della coalizione“. Ma il Pdl è andato subito all’attacco del ministro: Daniela Santanchè ha minacciato: “Se Saccomanni darà ascolto al Fmi si prepari a cercare un’altra maggioranza per il suo governo”. Maurizio Gasparri ha parlato invece di “intollerabile interferenza del Fmi. Si facciano gli affari loro”. Daniele Capezzone ha affermato: “Trovo surreale che il dibattito politico italiano si accenda intorno all’opinione- con rispetto parlando- di un “assistant director” del dipartimento del Fondo Monetario Internazionale“.
Sulla questione è intervenuto anche il premier Letta, che ha spiegato che per il governo rimane prioritario, anche se non semplice, intervenire su Imu e Iva: “Da qui ai prossimi 18 mesi il primo obiettivo, quello più difficile, è il tema della soluzione sulle cose più complicate, cioè l’Imu e l’Iva, perchè avvengono con il bilancio 2013 ancora rigido e che non gode di flessibilità. Quindi, la copertura di questi interventi va trovata tutta dentro il bilancio e non è semplice“. Aasim Husain del Fmi, al termine della missione in Italia, ha spiegato inoltre: “La crisi non è scongiurata del tutto e la disoccupazione resta ad un livello inaccettabile. Il percorso delle riforme deve avere la priorità per creare crescita e lavoro“.
Il Fondo Monetario Internazionale ha infatti rivisto le stime di crescita del Pil da -1,5% a -1,8% per il 2013, e da +0,5% a +0,7% per il 2014. Nell’analisi, si spiega infatti: “La ripresa è attesa a fine 2013, sostenuta dall’export e da un modesto miglioramento degli investimenti“. Il Fmi riconosce però che “il nuovo governo ha iniziato a costruire passi per fronteggiare i problemi strutturali italiani“, con “riforme forti per restituire fiducia e portare fuori il Paese dalla crisi“. Quanto al tema del lavoro, gli analisti suggeriscono inoltre: “Indirizzarsi verso un contratto unico, più flessibile per i nuovi lavoratori che gradualmente aumenta la protezione del posto di lavoro all’aumentare dell’età potrebbe ridurre il costo delle nuove assunzioni e sostenere l”apprendistato”.
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