Titti Palazzetti, sindaco di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, ha proclamato il lutto cittadino ed è scesa in piazza con i suoi concittadini per protestare contro la sentenza di ieri della Cassazione che ha annullato per prescrizione la sentenza di appello in cui il magnate svizzero Stephan Schmidheiny era stato condannato a diciotto anni per disastro doloso relativo alla morte di oltre duemila persone per inquinamento da amianto. Lo stesso sostituto procuratore della Cassazione Francesco Iacovello aveva chiesto di dichiarare prescritto il maxi-processo Eternit ed annullare la condanna a 18 anni per l’unico imputato, emessa dalla Corte d’Appello di Torino il 3 giugno 2013.
La sentenza della Suprema Corte di ieri aveva provocato le proteste dei numerosi familiari delle vittime dell’amianto presenti in aula, che dopo la lettura del verdetto hanno urlato “vergogna, vergogna“ e hanno scritto su uno striscione esposto davanti alla Cassazione: “Eternit, ingiustizia e fatta”. Oggi la Suprema Corte ha emanato anche una nota nella quale ha spiegato che il processo svoltosi ieri si è occupato solo del disastro ambientale, “non erano, quindi, oggetto del giudizio i singoli episodi di morti e patologie sopravvenute, dei quali la Corte non si è occupata“. Paolo Liedholm, nipote del calciatore e allenatore svedese Nils, che vive a Casale Monferrato ed ha perso la mamma nel 2008 per una grave malattia legata all’amianto, era tra le parti civili del processo Eternit, ed ha commentato amaramente: “Ora lo hanno stabilito con chiarezza: se si vuole uccidere qualcuno in Italia il miglior mezzo è l’amianto perché è legale”.
Proprio oggi la Procura di Torino ha chiuso formalmente l’inchiesta Eternit bis, che vede indagato sempre l’imprenditore Schmidheiny, questa volta per omicidio volontario continuato e pluriaggravato di 256 persone. Sul caso Eternit è intervenuto oggi anche il premier Matteo Renzi, che, intervistato da Rtl 102.5, ha dichiarato: “O la vicenda Eternit non è un reato o, se è un reato ma è prescritto, bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione… Dobbiamo far in modo che i processi siano più veloci, e dobbiamo cambiare la prescrizione“. La riforma della prescrizione annunciata proprio dal governo Renzi è però ancora bloccata dai veti incrociati in materia di giustizia penale.
La Camera aveva iniziato a lavorare sull’argomento già prima dell’estate, ma è poi arrivato lo stop dell’esecutivo che chiedeva di aspettare i testi della riforma della giustizia. Il presidente della Commissione Giustizia Francesco Nitto Palma ha però riferito in Senato che vi sarebbe un’intesa tra i presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso sul percorso dei disegni di legge sulla modifica della prescrizione presenti nel pacchetto giustizia varato dal governo il 29 agosto, e l’esame delle proposte dovrebbe iniziare dalla Commissione Giustizia di Montecitorio. Il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli ha ricordato: “I magistrati hanno sollevato da anni il problema della prescrizione”.