Nel cuore di Damasco è esploso un nuovo ordigno, rivendicato dall’Esercito libero siriano. La bomba era diretta contro una riunione di militari. A confermare l’accaduto, Maher al Nuaimi, comandante dell’Esl, il quale ha riferito che l’operazione è stata pianificata, in modo che le esplosioni si sarebbero verificate alle 8,05, durante una riunione di ufficiali e sottufficiali dell’esercito e di shabiha. Questi ultimi rappresentano i miliziani filo Assad. La bomba è stata fatta esplodere proprio a quel preciso orario, in quanto, proprio nelle prime ore del mattino, vengono decise le operazioni da mettere in pratica durante la giornata.
Da quanto si è potuto apprendere dalla televisione di Stato, la bomba è stata posizionata su un’autocisterna, poi esplosa nei pressi di un parcheggio utilizzato dai militari. La Siria, dunque, diventa sempre più terra sanguinosa, dove l’instaurazione di un regime democratico sembra quasi un’utopia. La violenza gratuita nel Paese si diffonde a macchia d’olio, insieme alle esecuzioni sommarie di civili e non, che sono in fuga dalle città per trovare un posto nel quale sentirsi più sicuri.
Il regime di Bashar al Assad è al collasso, dal punto di vista militare e finanziario ma ciononostante donne e bambini continuano a morire. Il presidente Assad, intanto, controllerebbe, attualmente, solo il 30% del territorio, quindi il suo regime sarebbe quasi sull’orlo del precipizio. L’ex premier siriano Riad Hijab, ora rifugiato in Giordania, ha lanciato un appello all’esercito, al quale ha esplicitamente chiesto di “seguire l’esempio di Egitto e Tunisia e di schierarsi con il popolo“. L’ex premier, inoltre, ha aggiunto che “La Siria è piena di funzionari e alti ufficiali militari che attendono il momento giusto per aderire alla rivolta“. L’ex primo ministro siriano è riuscito a mettersi in fuga dalla Siria, con l’appoggio dell’Esercito libero siriano, la formazione ribelle che da mesi combatte le truppe regolari che eseguono gli ordini di Assad.