Al processo sul caso Ruby è stato oggi il giorno di Emilio Fede, il giornalista amico storico di Berlusconi, convocato dalla difesa dell’ex premier per raccontare la sua versione dei fatti sulle feste di Arcore e, appunto, sulla giovanissima Ruby. Fede la descrive addirittura come una ragazza “brutta”, con “un cattivo odore” e “inadeguata” per gli appuntamenti “mondani” di Berlusconi. L’ex direttore del tg4, “licenziato in tronco” mentre stava conducendo il telegiornale, come lui stesso ha ammesso con amarezza, è così tornato alla ribalta per qualche ora, rispondendo a tutte le domande a lui poste dagli avvocati di Berlusconi e dai pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano.
I suoi racconti, comunque, sono stati ben diversi da quelli di alcune delle giovani ospiti delle feste del Cavaliere, anche perchè su Fede pende l’accusa di induzione alla prostituzione, poichè sarebbe stato lui a portare alcune di queste ragazze ad Arcore.Il giornalista ha affermato in proposito: “nulla può farmi cadere addosso l’accusa di induzione alla prostituzione”. Per Fede, il “bunga-bunga” era un “suono gutturale legato alle danze africane“, e Ruby non era all’altezza del “salotto” di Berlusconi che, ha aggiunto, “non era una casa di tolleranza”.
La giovane marocchina, che Fede descrive come “poco elegante” per gli abiti che indossava e per come si comportava, perche “ballava con la gomma americana in bocca” e “faceva le bollicine“, non sarebbe stata portata comunque da lui a casa di Berlusconi, ma da Lele Mora, stando quanto raccontato proprio dall’ex direttore del tg4. Fede l’aveva conosciuta a Messina a un concorso di bellezza nel settembre 2009 e l’aveva rivista ad Arcore il 14 febbraio 2010: “si era avvicinata a me chiedendomi se mi ricordavo di lei, ma non sapevo chi fosse” ha affermato. Quanto all’età della ragazza, il giornalista ha dichiarato: “A prima vista certamente non sembrava minorenne. Lei diceva di avere 24 anni e di essere egiziana“.
Per Fede, poi, i famosi “festini ad Arcore” erano semplicemente cene eleganti dove non avveniva nulla a sfondo sessuale, e il massimo della “trasgressione” erano spettacoli di burlesque e travestimenti con le maschere di D’Alema e Fassino. Ha affermato che non ci sono “mai state nudità in mia presenza” e ha ricordato che “una sera a una era scivolato il reggiseno e la prima cosa che ha fatto il presidente è stato chiamare qualcuno che le portasse qualcosa per coprirsi“. Il giornalista ha detto infine di non aver mai visto buste o “passaggio di denaro” destinato alle ragazze: “Non ero lì a fare il cassiere” ha spiegato.