Se la profezia Maya non si avvererà e, dunque, oggi non avrà luogo alcuna fine del mondo, è lecito domandarsi quale sarà il futuro del nostro Pianeta e cosa accadrà da qui ai prossimi 20 anni. Uno studio del National Intelligence Council, che per ben 4 anni ha raccolto dati e analisi politiche, ha descritto quelli che saranno i possibili e probabili scenari del mondo nel 2030. Alcuni dei risultati dello studio hanno confermato le previsioni che sono state già elaborate da altri gruppi di ricerca o da altre commissioni di inchiesta. La Cina sorpasserà gli Stati Uniti diventando così la prima potenza economica del mondo ancor prima del 2030. Tuttavia, gli Stati Uniti raggiungeranno una piena autosufficienza energetica.
A livello globale uno dei principali trend demografici sarà rappresentato dal costante invecchiamento della popolazione che sarà alquanto sensibile in molte zone come Europa, Giappone, Corea del Sud e Taiwan, sulle cui economie il fenomeno avrà delle evidenti ripercussioni. Non sembra esserci spazio per l’ottimismo anche per quelle che sono le zone più povere e a più alto rischio Alcuni stati, che già da oggi sono caratterizzati da conflitti interni sono considerati, nel prossimo futuro, ad alto rischio fallimento. Tra di essi possiamo ricordare sicuramente: Afghanistan, Pakistan, Burundi, Ruanda, Somalia, Uganda e Yemen.
Il rischio di guerre civili o di movimenti di guerriglia tenderà a diminuire nei paesi dell’America Latina, sebbene rimarrà alto nel Medio Oriente ed in alcuni paesi dell’Asia meridionale. Nel 2030, poi metà della popolazione mondiale vivrà in zone che soffrono di carenza di acqua fresca. Una delle maggiori sfide per la sicurezza nazionale degli stati sarà rappresentata dalla gestione delle risorse idriche. La Russia, che oggi è tra i membri dei cosiddetti paesi emergenti Brics, è destinata ad entrare in una fase di declino economico.
Cambiamenti significativi saranno rappresentati dal fatto che il potere non sarà più concentrato nella mani di un solo Stato, mail Pianeta, infatti, sarà multipolare ed avranno luogo lotte per l’influenza in funzione di coalizioni e reti di interessi nazionali. Si svilupperà una classe media diplomata, che ha ampio accesso all’informazione e alla comunicazione. Secondo il rapporto: “Per la prima volta nella storia la maggior parte della popolazione non sarà costituita dalle classi sociali più sfavorite e la classe media rappresenterà il settore sociale ed economico più importante nella grande maggioranza dei paesi del mondo”. Non ci resta che attendere per verificare se davvero tutto questo avrà luogo.