Una ragazza di 24 anni, Jacqueline Traide, si è offerta volontaria per essere sottoposta ad una serie lunghissima e dolorosissima di esperimenti solitamente effettuati sugli animali per i prodotti cosmetici. La ragazza – con indosso solo una tuta color carne – si è sottoposta a questa crudele pratica nella vetrina di un negozio di Londra della catena Lush – specializzata in prodotti cosmetici non testati sugli animali – e l’ha fatto per ben 10 ore di seguito.
La ragazza è stata seviziata – proprio come vengono torturati migliaia di animali ogni anno, addirittura senza anestesia – davanti agli occhi dei passanti; persone non abituate di certo ad assistere a ciò che realmente accade per la produzione di certi prodotti.
Traide, fra le altre cose, è stata costretta ad ingerire a forza delle pastiglie con la bocca spalancata da un divaricatore e le sono anche state iniettate delle sostanze irritanti negli occhi, proprio come accade ogni anno a cani, gatti, conigli, topi e molti altri animali che vengono bruciati, resi ciechi e alla fine soppressi per sperimentare trucchi, shampoo e quant’altro.
Lo scopo della dimostrazione è stato quello di scuotere le coscienze di chi ancora non sa cosa succede ad altri esseri senzienti, costretti a soffrire e a morire senza via di scampo.
Fortunatamente, ci sono anche ricercatori che fanno passi enormi in avanti nella ricerca senza l’uso di animali.
Michela Kuan, biologa e responsabile nazionale LAV settore vivisezione, qualche tempo fa ha dichiarato: “Lascia amaramente stupiti che vi sia un consistente aumento del ricorso a test invasivi e dolorosi e una crescita degli impianti autorizzati, nonostante lo scenario scientifico nazionale ed europeo sia sempre più orientato alla promozione di metodi sostitutivi all’impiego di animali. Al settore della ricerca chiediamo un maggiore impegno verso lo sviluppo di metodi alternativi, un ambito sperimentale che avanza con successi concreti e utili per la salute umana, rendendo l’uso degli animali una pratica sempre più obsoleta ed ingiustificabile“.
Basti pensare che i risultati dei test non sono neanche da considerarsi sicuri, in quanto gli animali sono ovviamente diversi da noi e non possono, quindi, garantire la sicurezza anche per gli esseri umani. Uno dei tanti esempi, del resto, è quello della correlazione tra fumo e tumori: le sigarette sono state vendute per anni come non pericolose per la salute umana, perché diversi test sugli animali l’avevano fatto credere.
Per chi volesse fare nel proprio piccolo qualcosa di grande, la LAV ha stilato una lista dei prodotti cosmetici non testati sugli animali.
Chissà se un giorno sarà proprio come disse Leonardo Da Vinci: “Un giorno il mondo guarderà la ricerca sugli animali come adesso guarda la ricerca sugli esseri umani“, una pratica eticamente inaccettabile.