Quello che doveva essere il luogo di raduno per l’abbandono della nave da crociera Costa Concordia si è rivelato una trappola mortale per molti di coloro che avevano tentato disperatamente di salvarsi: nella zona del Ponte 4, dove diversi passeggeri si erano radunati in attesa d’istruzioni, sono stati ritrovati altri 4 corpi, per un totale di 8 ritrovamenti da questa mattina. I palombari hanno ripreso le ricerche nei punti ove, secondo i sopravvissuti al naufragio, era più probabile che si trovassero i dispersi e, purtroppo, i tristi ritrovamenti confermano le loro ipotesi: da 17 che erano fino a questa mattina, il numero dei cadaveri è ormai salito a 25 e le speranze per le 7 persone non ancora individuate sono ormai svanite da giorni. Nel frattempo sono stati riportati in superficie i corpi della piccola Dayana Arlotti e di altre due persone, un uomo e una donna.
Ma non è solo il numero dei morti di questa tragedia ad aumentare: a più di un mese dal naufragio continuano le indagini per individuare tutti i responsabili del disastro. Oggi altri 7 dipendenti della Costa Crociere sono stati aggiunti alla lista degli indagati, fino ad ora composta unicamente dal comandante Francesco Schettino e dal primo ufficiale di plancia Ciro Ambrosio. Si tratterebbe comunque di quattro dipendenti di bordo e tre funzionari di terra, ma non sono ancora stati resi noti i loro nomi; le accuse sono di omicidio colposo, naufragio e omessa comunicazione alle autorità marittime.
Mentre le indagini e le ricerche proseguono, si interrompono le operazioni di recupero del carburante a causa del maltempo, anche se pare scongiurato il rischio di disastro ambientale, che avrebbe avuto ripercussioni enormi non solo sull’habitat del luogo, ma anche sull’economia dell’Isola del Giglio, dove la nave è ancora arenata. Infatti quasi il 70% del combustibile è già stato estratto, ma si attende con impazienza il bel tempo per continuare i lavori.