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Cori razzisti contro Boateng, si dimette assessore leghista Grittini

Cori razzisti contro Boateng, si dimette assessore leghista Grittini

L’assessore leghista di Corbetta, Riccardo Grittini, indagato per l’episodio di razzismo che ha avuto luogo a Busto Arsizio, quando cori razzisti sono stati rivolti ai giocatori milanisti di colore durante la partita amichevole Pro Patria-Milan del 3 gennaio scorso, ha rassegnato le proprie dimissioni questa mattina, consegnando le deleghe al sindaco Antonio Balzarotti.

Il giovane assessore allo Sport, di soli 21 anni, ha preso questa decisione in attesa che le autorità chiariscano le effettive responsabilità e il primo cittadino di Corbetta, pur dicendosi dispiaciuto per quanto accaduto, ha ritenuto opportuno prendere atto di tale scelta e mantenere per sé la delega allo Sport.

Stando alle dichiarazioni del sindaco Balzarotti, Grittini sarebbe “fortemente scosso e mortificato dagli equivoci generati e in attesa che le autorità competenti chiariscano le reali dimensioni dei fatti”.

Intanto, sia il primo cittadino che l’intera amministrazione locale hanno tenuto a sottolineare “il loro dissenso e condanna ogni forma di razzismo e qualunque gesto azione lo possano istigare”.

Quanto all’altro protagonista della vicenda, il giocatore del Milan Boateng, che stanco degli insulti ha preferito abbandonare il campo durante la partita, ha raccolto grande solidarietà su Twitter e in risposta a chi malignava sulla scelta di fare un gesto del genere in un’amichevole piuttosto che in una partita ufficiale, ha risposto: ”Andrei via dal campo anche in Champions”.

Il giudice sportivo della Lega Pro ha in ogni caso deciso che il Pro Patria dovrà giocare la prossima gara a porte chiuse, mentre per quanto concerne il comportamento del giocatore Kevin Prince Boateng, che prima di lasciare il campo ha scagliato una pallonata verso la curva da cui arrivavano gli insulti,  ha preferito rimettere il giudizio nelle mani del collega di Serie A, che dovrà ora verificare se vi siano state scorrettezze. Sugli spalti, infatti, oltre ai sei attualmente indagati per “discriminazione razzista”, si trovavano anche donne e bambini.

 

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