La Cina del miracolo economico del terzo millennio sta affrontando molte sfide importanti e certamente una delle più importanti è quella dell’entrata nell’economia globale. In quanto colosso con più di un miliardo di abitanti rappresenta ormai una delle principali potenze economiche mondiali, ma questo anche a prezzo della fatica e dello sfruttamento di milioni di cinesi, con violazioni sempre più evidenti dei diritti umani ed uno stato ancora troppo poco democratico per relazionarsi a pieno con la comunità internazionale.
Le idiosincrasie di un paese che si definisce ancora ufficialmente comunista, ma che poi praticamente sguazza nel capitalismo più estremo (cioè con quei vizi dell’occidente come l’ignorare i danni ambientali, lo sfruttamento violento dei lavoratori e la cementificazione selvaggia) stanno venendo sempre più spesso a galla.
Ad esempio oggi, in barba alle norme estremamente severe sulla pubblica decenza, ha fatto montare lo scandalo uno spot pubblicitario, trasmesso nelle metropolitane di Shanghai, che avrebbe mostrato sugli schermi una signorina in abiti molto discinti (o meglio sarebbe dire con assai pochi abiti discinti) che pronunciando una frase per pubblicizzare un noto portale web si fermava all’improvviso, facendo suonare la frase in maniera ambigua e maliziosa.
Per una particolarità della lingua difficilmente spiegabile a chi non ne conosce le regole ed i vocaboli, la bella donna pronunciando la frase “incredibile solo quando tu setti” si è invece fermata un istante prima, facendo suonare il tutto come “incredibile solo quanto tu eiaculi”!
Se lo scopo del sito cinese di informazione Eastday era quello, come annunciato da un responsabile che ha commissionato la pubblicità, di far rimanere impresso il messaggio, ebbene c’è proprio riuscito! Peccato che questa sua stuzzicante pensata potrebbe dar luogo alla nascita di un inchiesta, in cui potrebbe costituirsi parte civile l’amministrazione municipale di Shanghai, la quale ha ricevuto miriadi di mail e telefonate di protesta, mentre sul web spopolavano i video che dapprima inquadravano lo spot incriminato e poi mamme che coprivano le orecchie e gli occhi ai figli.