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Chiude il ristorante della Camera: deputati in fila al self service

Chiude il ristorante della Camera: deputati in fila al self service

Nel continuo parlare di sacrifici e di tagli alla politica, il Premier Mario Monti, con la collaborazione di Enrico Bondi, commissario straordinario a tal compito delegato, ha deciso di dare il buon esempio tagliando quelle voci di spesa che, in qualche modo, potrebbero far quadrare i conti. Ed è proprio in quest’ottica che probabilmente andrà a collocarsi la chiusura del ristorante di Montecitorio, con tutto il suo schieramento di camerieri in livrea e guanti bianchi e chef d’alta qualità.

Così, a partire dalla prossima legislatura, il lussuoso ristorante dovrà essere sostituito con dispiacere dei parlamentari più golosi da un self service. Con 12 euro, che i deputati dovranno pagare interamente di tasca propria,  si potrà scegliere scegliere tra tre primi piatti, tre secondi piatti più contorno e frutta. I deputati così dovranno ben presto rinunciare ai camerieri pronti ad esaudire ogni loro desiderio e abituarsi a quella che potrebbe in futuro ricordare una mensa aziendale.

Finisce dunque così, salvo novità dell’ultim’ora, quel meccanismo per il quale il deputato pagava nel ristorante chic 18-20 euro, mentre gli altri 35-40 erano messi a disposizione dall’amministrazione di Montecitorio, cioè dai cittadini. “La vera novità è che il conto verrà interamente pagato di tasca propria dal deputato”, ha spiegato il questore della Camera, Antonio Mazzocchi, che ha proposto questo nuovo sistema, poi votato all’unanimità.

In ogni caso non mancheranno le opportunità di differenziarsi dai deputati “comuni”. “Ma se qualcuno vuole fare lo splendido non gli è proibito. Ogni giorno sarà disponibile un piatto deluxe, come le ostriche con lo champagne, e chi lo desidera se lo potrà pagare a prezzi normali“, ha infatti aggiunto Mazzocchi.

I ristoranti nei pressi sono già allarmati, in quanto il self-service di Montecitorio rappresenta sicuramente una brutta concorrenza, anche perchè si vogliono evitare gli errori fatti in Senato dove, alzando i prezzi per i senatori in modo da ben figurare agli occhi dei cittadini contrari ai privilegi dei politici, una semplice paillard ai ferri costa circa 24 euro e 80 centesimi. Con la conseguenza che poi i senatori hanno cercato altrove luoghi convenienti dove mangiare.

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