Come previsto dal piano industriale 2016-2020, è ufficiale la fusione per l’incorporazione di Banca Tercas e Cassa di Risparmio di Pescara nel Gruppo Banca Popolare di Bari. La notizia è frutto dell’accordo firmato da quest’ultimo e i sindacati che dallo scorso maggio hanno lavorato per difendere le posizioni di oltre trecento assistiti che rischiavano di perdere il posto di lavoro.
Così non sarà, perché l’accordo firmato dai sindacati prevede la tutela dei trecento dipendenti a rischio. Di questi, una quarantina si potranno avvalere della uscita incentivata, opzione riservata solo a coloro che matureranno i requisiti utili per andare in pensione entro il 2020 e che potranno però smettere di lavorare senza gravi perdite economiche. Coloro che invece sono in contratto di scadenza, apprendisti compresi, potranno sperare in un po’ di continuità visto che lo stesso Istituto bancario, in accordo con i sindacati, si è impegnato a confermare le loro posizioni una volta arrivato a termine il contratto. Tra gli obiettivi raggiunti dai sindacati in favore dei lavoratori anche riduzioni del 20% sulle consulenze e obbligo di avviare le trattative per il nuovo contratto integrativo entro il prossimo autunno.
Salvi dunque i posti di lavoro che in primo momento sembravano essere traballanti. Ma la fusione tra Caripe e Tercas lascia soddisfatto anche lo stesso Gruppo Banca Popolare di Bari che, nella persona del presidente Marco Jacobini, fa sapere di avere concluso una trattativa lunga che darà però i suoi frutti. Grazie alla fusione (e alla incorporazione) divenuta effettiva, Tercas e Caripe faranno parte da oggi di un gruppo solido e rodato, con una offerta di prodotti e servizi moderna e ideale per soddisfare le esigenze del cliente. Un processo di integrazione cominciato ormai tre anni fa e giunto al termine soltanto a luglio 2016, con soddisfazione però per tutte le parti in gioco.