Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha riferito ieri pomeriggio prima in Senato, poi alla Camera, sulla vicenda della scarcerazione di Giulia Ligresti: “A differenza di quanto è stato riportato sui media non ho mai sollecitato nei confronti degli organi competenti la scarcerazione della signora Giulia Ligresti nè indotto altri a simile comportamento. La scarcerazione di Giulia Ligresti non è avvenuta a seguito o per effetto di una mia ingerenza, ma per indipendente decisione della magistratura torinese” ha spiegato. Il ministro ha ripetuto che cerca di occuparsi di tutte le segnalazioni che riceve, poichè “ogni vita che si spegne in carcere è una sconfitta e io ne sento il peso”, ed ha spiegato che, anche se “non tutti hanno la possibilità di bussare alla porta del ministro della giustizia”, queste segnalazioni possono arrivare in “qualunque modo“, dal carcere come dall’esterno, e lei spesso se ne fa “carico personalmente”.
Nel caso di Giulia Ligresti, ha aggiunto, “se non fossi intervenuta sarei venuta meno ai miei doveri di ufficio”. La Cancellieri ha inoltre ripetuto di essere “amica di Antonino Ligresti“, ma che “in nessun modo la mia carriera è stata influenzata da rapporti personali”. Inoltre, il Guardasigilli ha preso le difese del figlio, Giorgio Peluso, che ha lavorato per poco più di un anno come direttore generale della Fonsai di Ligresti, intascando poi una buona uscita di 3,6 milioni di euro, e ha affermato che questi “è stato indebitamente trascinato in questa vicenda“. La Cancellieri ha inoltre spiegato che, nella telefonata con Gabriella Fragni, compagna di Ligresti, ha voluto manifestare “empatia verso una persona provata”, e, pur ammettendo che “alcune espressioni possano aver generat0 dubbi“, comunque non ha “mai derogato dal mio dovere”.
Al termine del suo intervento, il ministro è stato lungamente applaudito dai banchi della maggioranza. Il Pdl ha ribadito il suo pieno sostegno nei suoi confronti, con il capogruppo al Senato Renato Schifani che ha affermato: “Noi non chiederemo le sue dimissioni e anzi la inviteremo a continuare il suo impegno”. Il segretario del Pd Guglielmo Epifani ha spiegato invece: “Abbiamo ascoltato il ministro, e guardando l’esposizione dei fatti e gli atti abbiamo confermato la fiducia: non ci sono stati interventi al di fuori della sua responsabilità”. Il capogruppo democratico al Senato Luigi Zanda ha precisato però che vi è del “rammarico” per la telefonata intercettata tra la Cancellieri e la compagna di Ligresti, in cui il Guardasigilli non mantiene un “distacco istituzionale“.
Il Movimento 5 Stelle, invece, ha depositato nei confronti della Cancellieri una mozione di sfiducia individuale alla Camera: “Può un ministro della Giustizia mettersi a disposizione di un’intera famiglia per cui ha lavorato suo figlio? Per noi non può e ciò rivela che c’è un intreccio di potere in Italia che andrebbe completamente bonificato” ha affermato il senatore Alberto Airola. Richiesta di dimissioni fatta propria anche dalla Lega, con Massimo Bitonci che ha attaccato: “E’ gravissimo che lei si sia impegnata come ministro a far qualcosa, le chiediamo di fare un passo indietro per ridare trasparenza a tutte le istituzioni”.