Dai dati definitivi sui versamenti del primo acconto dell’Imu (Imposta Municipale Unica) sull’aliquota base, è emerso un ammanco di 100 milioni: il saldo atteso era di 9,7 miliardi, invece sono stati versati precisamente 9.551 milioni. Rispetto ai tabulati diffusi in precedenza dal Ministero del Tesoro, che erano raggruppati per provincia, questa volta è stato possibile notare le discrepanze perché i dati erano relativi ai singoli comuni.
Si è potuto così notare che alcuni enti hanno versato più del previsto, mentre altri meno. Pertanto, se dal punto di vista del governo il problema risulta minimo, in quanto nonostante le previsioni di incasso non si siano rivelate precise, è intervenuta la compensazione fra gli incassi eccedenti e quelli inferiori, per i singoli comuni la situazione è invece drammatica. Infatti le conseguenze dei calcoli errati avranno ripercussioni sia sui contribuenti, che a dicembre dovranno versare il saldo, sia sulle pubbliche amministrazioni, molte delle quali non potranno rispettare le previsioni del bilancio 2012. Alcuni comuni invece rischieranno il default.
L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) aveva reso note già a marzo le perplessità sulla metodologia scelta dal Ministero del Tesoro per effettuare i calcoli previsionali, fondati su analisi e proiezioni su base nazionale, invitando i tecnici a rivedere tali decisioni e ad impiegare piuttosto le cifre contabili poste a consuntivo dalle singole amministrazioni.
Per rimediare al problema, fra gli enti che hanno fornito entrate maggiori e quelli che hanno presentato entrate minori, sarà necessario ricorrere alla perequazione, termine impiegato in ambito amministrativo con il significato di “rendere uguali le cose fra più persone”, ma che finirà invece col favorire chi ha pagato meno. Infatti, mentre i comuni che hanno raccolto di più dovranno consegnare la somma eccedente allo Stato, quelli che hanno raccolto meno potranno attingere al “fondo sperimentale di riequilibrio”.
Questa situazione ha scatenato il malcontento dei sindaci, che martedì 24 luglio si riuniranno davanti al Senato per protestare e chiedere al governo un intervento che ponga rimedio agli errori commessi.
Il presidente dell’ANCI Graziano Delrio ha così spronato il governo:
“Metta in moto subito le compensazioni per quei comuni ai quali ha tolto risorse sbagliando i conti. Se le amministrazioni andranno in default ci saranno conseguenze pesanti per tutta l’economia e il governo dovrà assumersi la responsabilità di aver messo in ginocchio il sistema delle autonomie locali. Forse bisogna ricordare ai tecnici che è nelle città che si produce il Pil italiano, non nei ministeri”.