Brexit: è ancora caos. Il Parlamento britannico ha approvato con 312 voti a favore e 308 contrari l’emendamento della conservatrice Caroline Spelman con cui si respinge l’ipotesi di un’uscita ‘disordinata’ e senza accordo dall’Unione europea.
L’uscita sarebbe prevista il 29 marzo e già poco prima prima il Parlamento aveva approvato il compromesso Malthouse, che chiedeva all’esecutivo di procedere alla proroga dell’articolo 50 fino alla mezzanotte del 22 maggio prossimo, data entro la quale è prevista l’uscita del Regno Unito dalla UE.
Di nuovo sconfitta, la premier britannica Theresa May che ha spiegato che se si vuole evitare un no deal, è necessario votare un accordo ammettendo che ci sia stata una maggioranza contro un’uscita senza accordo e assicurando che chiederà una proroga dell’articolo 50.
Se la Camera dei comuni dovesse trovare un accordo nei prossimi giorni dovrà consentire al governo di cercare un’estensione breve, tecnica, limitata dell’articolo 50, ma anche l’estensione tecnica breve sarà offerta solo se verrà trovato un accordo. Ma se la Camera non è disposta ad accettare un accordo nei prossimi giorni e non è disposta a sostenere un’uscita senza accordo il 29 marzo, allora sta chiedendo una proroga molto più lunga dell’articolo 50 con la conseguente partecipazione del Regno Unito alle elezioni europee di maggio. I laburisti e il loro leader, Jeremy Corbyn, spiegano invece che una proroga sia assolutamente necessaria.
E intanto la Commissione Europea, tramite un portavoce, conferma che esistono due modi per lasciare l’Ue: con o senza un accordo.
Ma per togliere il ‘no deal’ dal tavolo è necessario non solo votare il no deal, ma anche trovare un accordo.