Il Leader della Lega Nord Umberto Bossi, presente a Pecorara, nel piacentino, per la tradizionale festa della zucca, si mostra alquanto adirato con i giornalisti, nel contesto di un halloween particolare per la Lega, con l’Italia sull’orlo del baratro economico e il governo alle strette sui conti pubblici. Bossi prende le distanze dalla crisi e in particolare dal sud, affermando: “noi coglioni del nord siamo stanchi di pagare e tacere”.
Mentre i simpatizzanti del Carroccio, sostenevano il loro leader con bandiere di partito e tortelli di zucca, presente sotto i tendoni del centro sportivo insieme al Senatur c’era anche il ministro dell’economia Giulio Tremonti, a cui si rivolge nel parlare di tasse: “Qui pagano troppe tasse, il tutto per tenere in vita il pubblico impiego del sud sulle spalle del nord“. Applausi scroscianti per il senatur, che ancora una volta punta il successo di ogni suo comizio additando il Sud Italia come fonte di ogni problema per l’Italia, la cui reale unificazione non è data da un tricolore, secondo Bossi.
Federalismo e Secessione. Liberi dal Sud e gabbie previdenziali per portare a casa un risultato di un fisco più equo. “Nessuno può fermare i popoli, vedete cosa è successo a Gheddafi, ma il federalismo non basta, servono gabbie previdenziali per ottenere quel che si paga” queste le parole del Senatur che scalda la platea.
Metà del comizio è stato poi caratterizzato dall’attacco ai giornalisti “che lavorano per il sistema o ci rompono i coglioni, perché questi scrivono sulla mia famiglia e prima o poi vi spacchiamo la faccia o vi denunciamo”. C’è un limite alla critica, i giornalisti esagerano e qundi il senatur davvero contempla come reazione la violenza fisica, un bel cazzotto in faccia. I giornalisti, o meglio come li definisce Bossi, gli operatori del sistema sarebbero rei di inventarsi un sacco di storie, ma denunciarli sarebbe inutile, poichè i magistrati li assolvono.
Le ultime parole di Bossi passano poi per una sorta di minaccia: “Una Padania incontenibile che può diventare autosufficiente”. E se a Roma avessero dato ascolto a Bossi, come sostiene anche ilgovernatore del Piemonte, Roberto Cota, “ora non saremmo in questa situazione economica“.