Pareva un bambino sereno, tranquillo. Non veniva da una famiglia sgangherata, a scuola andava bene, nulla lasciava intuire un disagio tanto forte da spingerlo a suicidarsi. E invece è quello che è accaduto a un bimbo di 10 anni a Roma, che si è tolto la vita impiccandosi con la sciarpa a casa dei nonni, nel quartiere San Giovanni.
Trascorreva le sue giornate principalmente con loro, come molti altri ragazzini della sua età, perché i genitori – separati da 4 anni, ma senza drammi né firme davanti al giudice – erano al lavoro. Da qualche giorno il bambino stava poco bene, lamentava raffreddore e dolori di pancia, e così, lunedì scorso, 29 ottobre, era rimasto a casa da scuola, con i nonni. Dopo pranzo il bambino si era recato in bagno, al collo portava una sciarpa per proteggere la gola, si chiude a chiave e la cosa non desta sospetto, probabilmente è un gesto che compiva normalmente. Passa il tempo e il bambino non esce, i nonni si insospettiscono, bussano e nessuno risponde. Al fine riescono a forzare la porta e vedono la tragedia. Appeso al sifone dello scarico, il corpo del nipote esanime, impiccato con la sua stessa sciarpa, i piedi penzoloni.
Non c’è stato naturalmente più nulla da fare, i genitori arrivano in stato di shock. Nessuno tra familiari, amici e insegnanti si era accorto di nulla di strano, nulla che potesse impensierire. A scuola aveva voti oltre la sufficienza, non pare avesse particolari problemi anche se il fatto che possa aver subito atti di bullismo va ancora appurata, e anche se alcuni insegnanti riferiscono che il ragazzino arrivasse a scuola, al mattino, tenendo la mamma per mano e a volte piangendo al momento di doversi congedare. «Non capita frequentemente alla scuola media – ha spiegato il preside – ma può succedere che ci siano alunni che non vogliono entrare a scuola e piangono».
I nonni sono stati interrogati dalla Polizia fino a sera, i genitori sono traumatizzati, e nessun indizio che ora resca a far luce sulla vicenda. Se alla base di tutto ci sia stato un malessere dovuto alla situazione familiare, vista come ingestibile per il ragazzo, che lo ha portato a questo gesto estremo. O se ci siano stati episodi di bullismo o violenza subiti dai compagni, o la lite con qualche amichetto. Oppure, ancora, se si sia trattato solo di un’emulazione di un gesto visto in tv e finito tragicamente, per ora non si sa.
Attualmente gli agenti del commissariato di San Giovanni stanno indagando nella vita del ragazzino, cercando di capire cosa lo possa aver portato a un gesto tanto sconvolgente, per dare alla vicenda e alla famiglia una spiegazione.