Il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha rilasciato un‘intervista al Tg2 nel corso della quale ha dichiarato: “Nell’ambito delle spese militari bisogna assolutamente rivedere il nostro impegno per gli F-35. La nostra priorità non sono i caccia, la nostra priorità è il lavoro“. La questione dei cacciabombardieri era tornata alla ribalta ieri dopo la decisione del Pentagono di sospenderne i voli dopo aver scoperto che i modernissimi e costossimi F-35 potrebbero esplodere se colpiti da un fulmine, perchè i serbatoi di carburante, progettati per alleggerire i jet il più possibile, sarebbero più vulnerabili ai lampi. Soddisfatto per quanto affermato da Bersani, il leader di Sel Nichi Vendola, che ha scritto su “twitter”: “Bravo Bersani: le ali da tagliare sono quelle dei cacciabombardieri. Siamo felici di averne fatto da tempo la nostra bandiera”.
Più polemico il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, che ha accusato il leader del Pd di avere le “lacrime di coccodrillo“, e ha affermato: “Si vede che siamo in campagna elettorale, visto che, fino ad oggi, avete approvato e sostenuto chi quegli F-35 li ha comprati ed ha sprecato i soldi dei cittadini per i sommergibili e missioni di guerra”. Nel corso dell’intervista, il segretario del Pd ha inoltre spiegato in che modo intende trovare le risorse per affrontare la crisi: “Bisogna sollecitare un pò le attività economiche e gli investimenti che danno lavoro” ha affermato Bersani, aggiungendo che si può puntare sull’edilizia, che è “troppo bassa” e bisogna “quindi incentivare tutte le operazioni di riqualificazione del costruito esistente, si tratti di case, di alberghi e via dicendo“.
Per il leader del Pd, è inoltre necessaria una maggiore “fedeltà fiscale, bisogna vendere un pò di patrimonio pubblico e c’è da aspettarsi che calino i tassi di interesse sul debito. E infine bisogna tagliare un pò di spese“. Bersani ha affrontato anche gli altri temi della campagna elettorale, a cominciare dalla questione delle alleanze: “Chi arriva primo al voto degli italiani in tutta Italia governerà alla Camera e al Senato. C’è un’offerta politica ampia e nuova, ma la novità più grande è il Pd, l’unico partito che non ha messo il nome sul simbolo” ha affermato.
Intanto, in vista delle elezioni, il segretario e il suo ex sfidante alle primarie, il sindaco di Firenze Matteo Renzi, si ritroveranno, il 1 febbraio, a fare una manifestazione insieme nel capoluogo toscano. I rispettivi staff starebbero cercando di concordare assieme le prossime tappe della campagna elettorale, e, da quanto trapelato finora, sembra che il sindaco fiorentino si dedicherà principalmente alle regioni in bilico nel Nord, Lombardia e Veneto. Renzi, per ora, ha comunque fatto sapere di non essere intenzionato a entrare in un futuro governo di centrosinistra: “Resto a fare il sindaco” ha affermato.