“Siamo pronti a prenderci la responsabilità di governare l’Italia nel suo momento più difficile?” – ha chiesto Pier Luigi Bersani dal palco di Reggio Emilia dove si è svolta la Festa Democratica. La risposta è lì, in quella folla di cittadini, dirigenti e amministratori che solleva le bandiere del Pd. E lui, il leader, interpreta quei pensieri. “Diremo al Paese che vogliamo prenderci le nostre responsabilità. Diremo al Paese che conosciamo il nostro compito: farlo uscire da un destino di arretramento e farlo uscire con meno disuguaglianza, con più lavoro e con una democrazia funzionante e pulita. E diremo al Paese che non sarà il compito di un giorno, che ci vorrà una riscossa collettiva che vada oltre la politica. Rimetteremo in cammino la fiducia, rimetteremo in cammino un’idea di futuro senza sbandierare favole o miracoli”.
“Tocca agli italiani decidere chi governerà. Sempre che Moody’s e Standard and Poor’s non ce le aboliscano le elezioni sostituendole magari con delle consultazioni tra banchieri”. Garantisce lealtà per i prossimi mesi di governo Monti. Un sostegno che, dice il segretario sarà fatto con “la franchezza delle nostre idee e delle nostre posizioni, in quel che ci piace e non ci piace, in quel che faremmo o faremo diversamente. Il Governo Monti – prosegue Bersani – ci ha ridato dignità nel mondo e ci ha tenuti fuori dal baratro” nonostante si trovi a lavorare “in condizioni molto difficili, con le mani legate dal patto disperato che Berlusconi e Tremonti hanno dovuto stringere con l’Europa”.
Poi il monito per l’Ue affinché rompa “la spirale fra austerità e recessione” perché “dentro a quella spirale la crisi economica e finanziaria si aggrava, la democrazia si ammala”. “L’Italia ci piacerà davvero solo quando sarà garantito il diritto di ognuno di studiare, di lavorare, di aver soccorso nel bisogno, senza discriminazioni e senza mai dover mendicare un diritto con il cappello in mano”. Tocca il tema dell’uguaglianza sostanziale caro ai democratici e che inevitabilmente tocca il cuore dei presenti che innalzano tantissime bandiere.
Così come commuove il pensiero per gli emiliani colpiti dal sisma. “L’Emilia colpita risorgerà, risorgerà come era prima. Qui non ci saranno new town. Torneranno abitabili le case, si ricostruiranno le scuole, le fabbriche, i centri storici risorgeranno. Sarà un lavoro fatto in casa, come usa qui, senza poteri esterni o lontani, ma nella trasparenza, nella partecipazione, con i poteri democratici locali al comando. Faremo vedere ancora una volta che l’efficienza è figlia di una buona democrazia”.
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