“Il capo del M5S è voluto venire in Parlamento e ora deve dire ciò che vuol fare”. Un Pier Luigi Bersani perentorio quello intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”. Il leader del Pd non lesina critiche al M5S. Nel Movimento di Grillo “ci sono cose di sinistra e cose che non lo sono affatto. Grillo non vuole che un figlio di immigrati nato qui sia italiano e mi sembra molto tiepido sull’evasione fiscale. Questo non è di sinistra. Con lui ci sono punti di dissenso radicale. Chi vuol stare fuori dall’euro non sa cosa dice”. Secondo il segretario il malessere che ha provocato questo boom del M5S non va ignorato e va ben oltre i risultati conseguiti da questa nuova forza politica. Bersani è favorevole a ridiscutere la legge sul finanziamento pubblico ai partiti, ma si dice convinto che “la politica una qualche forma di sostegno pubblico debba averla”.
Nega poi la possibilità di un accordo con il Pdl, tranquillizzando di fatto larga parte degli elettori Pd. “Abbiamo perso – precisa – per un risultato al di sotto delle aspettative, ma dentro questa sconfitta abbiamo 460 parlamentari, il doppio di quelli del Pdl”. Un risultato sotto le aspettative quello del Pd, dovuto in parte alla rabbia che serpeggia tra la popolazione, in parte all’appoggio dato al governo Monti. “Il Paese resta in una situazione drammatica. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità e capire che ciò significa voler cambiare” – afferma. Poi elenca una serie di punti urgenti che il governo che si presenterà in Parlamento dovrà portare con un programma limitato per chiedere la fiducia: una legge contro la corruzione, una contro il conflitto di interessi, una dedicata ai costi della politica; un’altra dedicata agli interventi sull’economia verde e sull’urgenza sociale. Per il segretario del Pd altri temi centrali sono i diritti civili, i diritti degli omosessuali e la scuola. “Questi punti -aggiunge- che delibereremo in direzione sono gli stessi che avevamo messo in campagna elettorale. Mi rivolgerei a un Parlamento rinnovato. Da che parte verrà il sostegno? Da chi vuole cambiare qualcosa”.
Altra questione calda riguarda Renzi. “Deciderà Renzi che ruolo avrà quando vorrà con la direzione del partito, ma sicuramente un ruolo lo avrà”. Al presidente Napolitano invece rinnova tutta la sua stima. Sul caso De Gregorio sottolinea che se sarà verificato, si tratta “di una questione di una gravità cosmica”.
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