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Benedetto XVI manda 1300 panettoni ai carcerati di Rebibbia

Benedetto XVI manda 1300 panettoni ai carcerati di Rebibbia

Le condizioni dei carcerati italiani sono difficile a causa di un sovraffollamento che conduce molti detenuti al suicidio. Il discorso che molti fanno sul fatto che persone finite in carcere meriterebbero un po’ di sofferenza è però superficiale e no giustifica la reclusione in ambienti ristretti con troppe persone, che anche la corte dell’Aia ha definito assimilabile ad una tortura. Per portare un po’ di gioia natalizia ai detenuti del carcere di Rebibbia è intervenuto Benedetto XVI, il quale prima della sua visita, prevista per il 18 dicembre, ha inviato dei panettoni ai carcerati.

Da sempre la chiesa cattolica ha degli adepti che si occupano di portare sollievo ai detenuti delle carceri per aiutarli a superare la prigionia e per convertirli verso uno stile di vita più retto. Tuttavia la visita del papa in persona è un segno ed un messaggio, che oltre ad essere una speranza per i detenuti diventa soprattutto un invito allo stato italiano a provvedere in maniera più umana alla propria popolazione carceraria.

Benedetto XVI ha destinato 1300 panettoni ai carcerati di Rebibbia, panettoni che erano arrivati nella santa sede per essere destinate appunto ad opere di carità dai rappresentanti della Federazione italiana panificatori e pasticceri. A dare la notizia ieri è stato l’Osservatore Romano, il quale ha anche riportato alcuni commenti del clero e delle istituzioni del penitenziario, che si sono detti molto ben disposti ad accettare questa donazione.

Al momento in Italia è difficile immaginare di risolvere la situazione senza un indulto, un’amnistia per intenderci, che però è un provvedimento non solo molto impopolare e che quindi i politici si riservano solo come ultima carta, ma anche temporaneo, in quanto è utile solo a dare un po’ di respiro prima che si raggiunga nuovamente una situazione critica. Secondo molti sarebbe fondamentale anche cambiare l’attuale normativa che prevede il reato di immigrazione clandestina, assai avversato anche dalla chiesa, che farebbe finire in carcere molte persone per il solo fatto di essere in Italia.

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