Un noto primario di Neurologia Pediatrica dell’ospedale Giovanni XXIII di Bari, Dante Galeone, è stato arrestato con l’accusa di aver abusato sessualmente di una ragazza di quasi 16 anni. La violenza sarebbe avvenuta nel gennaio scorso durante una visita, all’interno di una stanza del reparto gestito dal medico, attualmente agli arresti domiciliari.
Per la precisione, il dottor Galeone è stato accusato di aver palpeggiato la ragazzina nel corso della visita, cui era presente anche la madre della presunta vittima.
Il dottor Galeone è stato quindi sospeso dal servizio in via cautelare, mentre gli investigatori porteranno avanti l’inchiesta per verificare che non siano avvenuti ulteriori episodi di abusi a danno di altri pazienti.
Le indagini, affidate al pubblico ministero Chiara Giordano, sono state originate da una segnalazione del Servizio di Psicologia dello stesso ospedale.
“Il doloroso ed inqualificabile episodio, ove venisse confermato e accertato dalle autorità inquirenti – ha dichiarato il direttore generale dell’azienda ospedaliera Policlinico-Giovanni XXIII, Vitangelo Dattoli – scuote tutto il personale dell’Azienda, che condanna fermamente ogni comportamento illecito, che tradisce l’intangibile rapporto di fiducia tra medico e paziente, ma ribadisce l’alta professionalità con cui ogni anno, per fornire le cure migliori ai piccoli pazienti, vengono assicurati 11mila ricoveri e oltre 400mila prestazioni ambulatoriali specialistiche“.
Il direttore generale ha inoltre espresso fiducia nell’operato della magistratura, ribadendo la propria vicinanza alla famiglia della paziente che sarebbe stata vittima degli abusi.
La drammatica vicenda ha suscitato grande stupore fra i colleghi e le famiglie che sono venute a contatto con il dottor Galeone, che ricopre il ruolo di primario di Neurologia al Giovanni XXIII da più di 15 anni ed è considerato un valido professionista, stimato anche a livello nazionale per le sue tecniche innovative nel campo della cura dell’epilessia. Galeone è anche responsabile regionale della LICE, la Lega Italiana contro l’Epilessia, e si è occupato nel corso della propria carriera di migliaia di pazienti, provenienti anche da altre regioni.