In Italia c’è sempre una particolare attenzione per i casi di omicidio e quanto più sono crudeli, efferati e pieni di terribili rivelazioni più la stampa ed il pubblico vi si dedicano con interesse morboso. Di recente poi questo fenomeno è stato ulteriormente esagerato dal fatto che i mezzi di informazione spettacolarizzano ogni particolare ed hanno accesso troppo libero a fonti che forse dovrebbero essere riservate solo alla magistratura.
In questo caso però lo sdegno dovuto ad una vicenda giudiziaria è ampiamente giustificato, infatti un orribile delitto consumato da presunti mafiosi rischia di dover essere preso in esame da capo dopo già molti anni di processo in quanto il presidente della Corte d’Assise Filippo Grisolia, è stato nominato capo di gabinetto dal neo ministro della Giustizia Paola Severino.
A questo governo Monti vengono e verranno perdonate parecchie cose per via delle condizioni di emergenza finanziaria in cui verso oggi il nostro Paese ed il mondo tutto, ma comunque questo non basterà ai parenti di Lea Garofalo, una testimone di giustizia scomparsa due anni fa’ e che si scoprì fu uccisa e sciolta nell’acido.
Gli imputati sarebbero il suo ex convivente Vito Cosco ed i fratelli di questi, che in seguito alla decisione della donna di rivelare alla polizia i dettagli della vita criminale di Cosco e famiglia gli avrebbero riservato questo triste destino. Il processo era ormai già in fase avanzata, ma perdendo il Presidente della Corte d’Assise bisognerà, per questioni di procedura, ricominciare tutto da capo.
Tutto ciò non solo rischia di ritardare il legittimo corso della giustizia entro termini umani, ma addirittura (in caso di adozione della difesa di una strategia di attesa) di una decorrenza dei termini del reato e relativa prescrizione per gli imputati. Una simile eventualità è stata la causa delle proteste della famiglia dell’uccisa, che già si era costituita parte civile nel processo ormai interrotto.