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Assange, l’Ecuador concede asilo politico. Minacce da Londra

Assange, l’Ecuador concede asilo politico. Minacce da Londra

Julian Assange, l’australiano fondatore di WikiLeaks su cui pesano due controverse accuse di stupro, è rifugiato da giugno all’interno dell’ambasciata di Quito nella città londinese, Arriva dal ministro degli Esteri ecuadoriano Ricardo Patino la notizia della concessione dell’asilo politico per Assange, in quanto “professionista della comunicazione che lotta per la libertà d’espressione, della stampa e dei diritti umani”.

“È una vittoria significativa”: questo il primo commento da parte di Julian Assange, che ha ringraziato lo staff della sede diplomatica. L’avvertimento però arriva dallo stesso australiano, che afferma che “ora le cose si faranno più stressanti”. È infatti di ieri la notizia che ha visto la Gran Bretagna minacciare Quito di far irruzione nell’ambasciata per arrestare Assange. Nell’eventualità, Assange verrebbe estradato in Svezia dove, poi, c’è la paura di una nuova estradizione negli Stati Uniti in cui rischierebbe addirittura la pena di morte. Patino, in risposta alla minaccia, ha fatto sapere che “è una minaccia esplicita, indegna di un Paese democratico, civile e rispettoso delle leggi. Se verrà effettuata, la minaccia sarà interpretata come atto ostile, e saremo obbligati a rispondere”. Il rappresentante dell’Ecuador ha poi aggiunto: “non siamo una colonia britannica”.

Nel frattempo, gli attivisti internauti hanno fatto uso di Twitter per coordinare la difesa di Assange. “Se siete a Londra o conoscete qualcuno lì: dirigetevi verso l’ambasciata ecuadoregna: è il momento”, si legge dal tweet di un attivista di Anonymous. Nel frattempo, la gente si è già riversata davanti all’ambasciata per non far mancare il proprio supporto all’attivista australiano.

Julian Assange, 41 anni, è fondatore di WikiLeaks, organizzazione che ha diffuso sul web migliaia di documenti diplomatici riservati. È stato accusato di aver avuto rapporti sessuali non protetti – che si configurano come stupro secondo la giustizia svedese – con due donne nel 2010. Due donne, ex collaboratrici di WikiLeaks, l’hanno denunciato dopo aver appreso l’una dall’altra di aver consumato rapporti sessuali con lui. Al momento del mandato d’arresto, non esisteva alcuna prova se non la parola delle due. Sul profilo Facebook della donna che ha raccolto la testimonianza di Anna Ardin, inoltre, è stato pubblicato il messaggio “è ora di sgonfiare quel pallone gonfiato ed esageratamente osannato di Julian Assange”. La Ardin, militante femminista, è autrice di un tutorial chiamato “Guida alla vendetta contro il partner” diffuso sul web.

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