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Arrestati cinque hacker del gruppo di pirati informatici LulzSec

Arrestati cinque hacker del gruppo di pirati informatici LulzSec

Sono stati arrestati cinque membri dell’organizzazione hacker denominata LulzSec. Le manette sono scattate per due irlandesi, due britannici e un cittadino di Chicago, grazie alla collaborazione congiunta di FBI e autorità europee. I proveddimenti restrittivi si sarebbero compiuti tra Gran Bretagna e Stati Uniti. L’arresto dei cinque hackivisti ha scatenato una grande attenzione mediatica, dal punto di vista internazionale, dopo che il sito di informazione, Fox News, ha rivelato i dettagli della cattura degli hacker in questione. L’identificazione degli hacker è stata compiuta anche grazie alle rivelazioni fornite da uno degli esponenti della rete LulzSec, ossia il pirata informatico conosciuto con il nickname Sabu.

Hector Xavier Monsegur, il ragazzo che ha collaborato con l’FBI, ha 28 anni ed è stato arrestato dalle autorità l’estate scorsa, mentre si trovava nel suo quartier generale, un caseggiato popolare nel Lower East Side a New York. La notizia del suo arresto non è trapelata a livello mediatico, tant’è che è rimasta nell’ombra di un’oscura segretezza. Dal giorno in cui è stato incarcerato, il 28enne ha iniziato a collaborare con la giustizia, alla quale ha fornito i nomi di diversi hacker che fanno parte di quel gruppo che ha compiuto numerosi cyber-attacchi contro siti di importanza rilevante o portali di stampo istituzionale. Grazie a questi importanti arresti, secondo quanto sostenuto da Fox News, si è colpita l’organizzazione nei punti nevralgici, tanto che una fonte dell’FBI alla Fox avrebbe detto queste parole: “Abbiamo tagliato la testa di Lulzsec”. 

Gli arrestati operavano sotto nickname: Ryan Ackroyd, in arte ‘Kayla’ e Jake Davis detto ‘Topiary’ provengono da Londra, Donncha O Cearrbhail e Darren Martyn, invece, dall’Irlanda. Jeremy Hammond di Chicago, invece, era conosciuto come ‘Anarchaos’: l’uomo è stato responsabile dell’attacco all’agenzia di sicurezza Stratfor, attraverso il quale immise sul Web milioni di indirizzi di posta elettronica e numero di carte di credito in chiaro.

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