Polemiche in Spagna dopo le parole dell’arcivescovo di Alcalà de Henares (Madrid) Juan Antonio Reig Pla che, nel corso dell’omelia del Venerdì Santo, trasmesso in diretta dalla tv pubblica spagnola, ha lanciato la sua invettiva nei confronti degli omosessuali, senza poi risparmiare nemmeno le giovani donne che decidono di abortire e che, secondo l’arcivescovo, “quando vanno ad abortire, escono dalla clinica distrutte, perché hanno distrutto una vita innocente e ha distrutto anche se stesse”.
Molto dure le parole dell’arcivescovo: “I Gay sono persone che fin da piccole pensano di essere attratte dagli individui dello stesso sesso e, a volte, per comprovarlo si prostituiscono o frequentano club di omosessuali: vi assicuro che finiscono all’inferno”. Immediate sono state le reazioni di protesta degli spagnoli che hanno fatto sentire la loro voce soprattutto su Twitter.
Ricordiamo, tra l’altro, che la Spagna, Paese profondamente cattolico, ha però con legge 13/2005, approvata il 30 giugno del 2005 ed entrata in vigore il successivo 3 luglio, modificato il proprio diritto di famiglia estendendo anche alle coppie omosessuali la possibilità di contrarre matrimonio civile. Siffatta modifica ha esteso ai coniugi omosessuali il diritto di adottare congiuntamente, oltre che quello di adottare l’uno i figli dell’altro, biologici o adottivi che siano, andando così a modificare l’articolo 44 del codice civile spagnolo.