L’esercito siriano ha iniziato la controffensiva per riconquistare i quartieri dei ribelli, ad Aleppo. A riferirlo, è stato l’Osservatorio siriano per i Diritti Umani (OSDH), che ha raccontato delle forze del regime che si trovano, da giorni, nella periferia cittadina e “si dirigono ora verso il quartiere di Salaheddine, dove si trova la maggior parte di ribelli ed i combattimenti più violenti dall’avvio della rivolta sono in corso in diversi quartieri. Possiamo dire che l’assalto è cominciato“, ha spiegato Rami Abdel Rahmane, presidente dell’OSDH, alla France Presse.
Anche i Comitati locali di Coordinamento dell’opposizione e la Commissione Generale per la Rivoluzione Siriana (CGRS) hanno raccontato dei combattimenti “in mezzo alle potenti raffiche dell’artiglieria pesante” alla periferia di Salaheddine, quartiere situato nel sud-ovest di Aleppo. Da giorni, infatti, l’esercito con elicotteri e carri armati si era avvicinato sempre di più ai quartieri dei ribelli e, secondo alcune fonti, “i civili hanno lasciato il quartiere“.
Gli Stati Uniti hanno già condannato “l’aggressione odiosa e riprovevole delle forze del presidente Bashar al-Assad contro la popolazione civile“, mentre Londra ha già avvisato la comunità internazionale del rischio di un “disastro umanitario“. Secondo il ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, occorre invece “aumentare al massimo la pressione da parte di tutti su Assad, anche per scongiurare il rischio di un nuovo massacro“.
Anche l’ONU – per voce del segretario generale, Ban Ki-moon – ha invitato “il governo siriano ad interrompere l’offensiva“. Soltanto ieri, infatti, i morti sono stati almeno 120 mentre, dall’inizio della rivolta, avrebbero perso la vita oltre 19 mila persone.