Alberto Stasi condannato per detenzione di video pedopornografici. L’ex ragazzo di Chiara Poggi, la ragazza uccisa a Garlasco nel 2007, è stato ritenuto colpevole poiché in possesso di video raffiguranti materiale pedopornografico.
Ecco la pena inflitta dal tribunale di Vigevano: “30 giorni di reclusione e al pagamento di 1.400 euro di multa, convertiti in una pena pecuniaria complessiva di 2.540 euro oltre all’interdizione dei pubblici uffici”. In particolare, in riferimento all’interdizione si precisa che ci riferisce: “in perpetuo da qualunque incarico di ogni ordine e grado nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori”.
Stasi, che era stato prosciolto anche in secondo gradi lo scorso dicembre dall’accusa di aver ucciso la sua ex ragazza, era sotto processo presso il tribunale di Vigevano dal 2009. Due erano le accuse nei suoi riguardi: “detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico”. La seconda accusa cadde, in quanto non fu accertata la colpevolezza riguardo “la divulgazione di filmati hard con protagonisti bambini anche in tenera età”.
Quindi era rimasta solo l’accusa di possesso del materiale incriminato, che di conseguenza ha ristretto il campo d’indagine a soli 17 frammenti d’immagine, per i quali per l’appunto Stasi è stato condannato. L’accusa, per voce del pm Marcello Maresca aveva avanzato la richiesta di una multa di 2.340 euro per l’imputato.
I sui legali si sono dichiarati “moderatamente soddisfatti”. Ecco le parole rilasciate all’Adnkronos da Giulio Colli, l’avvocato di Stasi: “Faremo ricorso anche perché l’ultimo pezzettino rimasto in piedi non ha senso giuridico”. L’avvocato spiega che ”lo spezzone di file era incompleto, non apribile e non utilizzabile”. Secondo l’avvocato ”ci sono buone probabilità di vincere il ricorso, anche alla luce del proscioglimento del gup per tutte le altre cose. Eravamo partiti con una contestazione di 60 spezzoni di file, e ora si è sbriciolato tutto. Resta questa ultima piccola macchia che cercheremo di cancellare”.