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Agguato Adinolfi, arrestati due anarco-insurrezionalisti

Agguato Adinolfi, arrestati due anarco-insurrezionalisti

Sono due gli anarco-insurrezionalisti arrestati nelle prime ore del mattino a Torino dal Ros dei Carabinieri e dagli uomini della Digos di Genova in esecuzione di un provvedimento di fermo emesso proprio dalla Procura del capoluogo ligure. I due arrestati Nicola Gay, di 35 anni, e Alfredo Cospito, di 46, sono accusati dell’attentato dello scorso 7 maggio a Genova ai danni dell’ingegner Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. Sembra che i due avessero intenzione di abbandonare il paese, mentre, nel frattempo, ulteriori perquisizioni sono in corso a Bordighera, Cuneo e Pistoia. Il reato ipotizzato per i due fermati è quello di lesioni aggravate con finalità terroristiche.

Adinolfi venne ferito lo scorso 7 maggio in via Montello a Genova, nei pressi del quartiere Marassi. L’uomo stava uscendo dalla sua abitazione con il figlio di 20 anni, quando fu raggiunto al ginocchio destro da 3 colpi di pistola sparati da una semiautomatica. A tendere l’agguato furono due uomini a bordo di una moto, con il volto coperto da un casco integrale nero. Operato nel reparto di Traumatologia dell’ospedale San Martino dal professor Santolini, l’amministratore delegato si riprese abbastanza bene sin da subito.

Immediatamente, sin dalle prime indagini, la pista più battuta fu quello dell’attentato di matrice anarchica. Già nei mesi antecedenti all’attentato, sul web era circolato l’appello di alcuni gruppi anarchici ad alzare il tiro, ed il fatto che Adinolfi sia attivo in una società che opera nel nucleare, aveva dato adito all’ipotesi anarchica. Ricordiamo che, l’11 maggio successivo, arrivò anche la rivendicazione dell’attacco dalla Federazione Anarchica Informale, con un volantino di quattro pagine, subito considerato attendibile.Fra le attività principali di Ansaldo Nucleare si annoverano la fornitura di sistemi e componenti per nuove centrali, l’assistenza a quelle in esercizio, lo smantellamento di impianti a fine vita con la gestione delle scorie radioattive, senza contare il fondamentale ruolo svolto nel rilancio dell’energia atomica in Italia, bloccata dopo l’incidente a Fukushima e il referendum che ha confermato il no al nucleare.

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