L’ultimo weekend a Vieste, in Puglia, è stato un fine settimana di sangue e di barbarie. Non ci sono nemmeno aggettivi per descrivere la terribile esecuzione ai danni di sei cuccioli appena adottati e tenuti ‘al sicuro’ in una masseria.
Questi cani randagi erano stati presi in cura dai volontari animalisti di Vieste, ed erano stati sterilizzati e microchippati in modo da essere messi in regola. Messi in adozione, erano stati presi da una persona che ha voluto rimanere nell’anonimato e che li ha portati in un terreno di sua proprietà. I piccoli avevano dunque trovato finalmente una casa, e vivevano in un posto in cui sembra non potessero dar fastidio a nessuno con il loro eventuale abbaiare, in quanto lontani dalle abitazioni. Eppure sembra che questo non sia bastato a fermare la ferocia di chi li ha vergognosamente assassinati, facendo scoprire i quattro corpicini devastati la mattina di domenica scorsa, 24 febbraio.
Ignoti hanno tranciato la recinzione della proprietà e hanno preso due cuccioli di pochi mesi, gettandoli in un pozzo di 4 metri per la raccolta dell’acqua piovana: i due piccoli sono annegati nell’acqua gelida.
I corpi di altri due cani sono stati trovati vicino al pozzo, all’interno di una cascina, uno con la mandibola fracassata e il muso infilato in una buca (probabilmente nel tentativo di sfuggire ai suoi assassini), l’altra cagnolina non presentava nulla esteriormente, ma potrebbe essere morta di infarto per la paura.
In un altro locale della masseria, altre due cagnoline sono state trovate in un lago di sangue, probabilmente picchiate a bastonate. Una presentava la faccia fracassata.
Il Dottor Baldi, veterinario della Asl e responsabile per il randagismo a Vieste e a Peschici, ha affermato: “Non mi era mai capitato di vedere atti delinquenziali e cattiveria di questa portata e non riesco neanche a spiegarmi il perché.”
I volontari che avevano accudito le piccole vittime sono affranti, e dicono:
Queste bestie non facevano male a nessuno e le abbiamo tolte dalla strada proprio per non farle finire sotto una macchina. Le abbiamo curate amorevolmente e ci davano tutto il loro affetto. Di questa morte crudele ci sentiamo “responsabili” perché sarebbero ancora in vita se le avessimo lasciate sulla strada. Ma perché accanirsi cosi duramente verso povere bestie che erano tranquille per i fatti loro e non davano fastidio neanche con il loro abbaiare perché qui siamo lontani da qualsiasi abitazione?
Intanto le indagini delle Forze dell’Ordine sono iniziate, con la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico di Foggia.