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Lisa Marie Presley ha tenuto il figlio 2 mesi con sé post mortem

Lisa Marie Presley ha tenuto il figlio 2 mesi con sé post mortem

Lisa Marie Presley ha tenuto il corpo di suo figlio Benjamin nella sua casa per due mesi dopo la sua morte. Lisa Marie, unica figlia del defunto Elvis Presley, è morta nel gennaio 2023 all’età di 54 anni. La causa della sua morte è stata successivamente rivelata a causa di un’ostruzione intestinale. Prima di morire, Lisa Marie aveva scritto un libro di memorie, qualcosa che è stato completato da sua figlia Riley Keough.

Fin Da qui al grande sconosciuto, Lisa ha dichiarato di essere stata costretta a “combattere” per sopravvivere per i suoi figli rimasti dopo aver perso Benjamin. Pertanto, Lisa non lo salutò subito, in parte perché era indecisa se Benjamin sarebbe stato sepolto alle Hawaii o a Graceland. Ha scritto:Casa mia ha una camera da letto separata e ho tenuto Ben Ben lì per due mesi. Nello stato della California non esiste una legge che impone di seppellire qualcuno immediatamente. Ho trovato una proprietaria di pompe funebri molto empatica… Ha detto: ‘Ti porteremo Ben Ben“. Lisa Marie ha continuato a scrivere nel suo libro di memorie come “si è abituata così tanto a lui, prendendosi cura di lui e tenendolo” in una stanza mantenuta a 55 gradi.

Benjamin è morto all’età di 27 anni nel 2020 dopo una lunga battaglia con problemi di salute mentale. È morto per suicidio. Lisa Marie e Riley hanno deciso di tatuarsi per onorare Benjamin, con il tatuatore che ha chiesto se avevano qualche sua foto. La figlia di Elvis rispose: “No, ma posso mostrartelo”, e Riley scrisse nel libro di memorie: “Lisa Marie Presley aveva appena chiesto a questo pover’uomo di guardare il corpo di suo figlio morto, che si trovava proprio accanto a noi. nelle casitas ho avuto una vita estremamente assurda, ma questo momento è tra i primi cinque.

Lisa Marie ha condiviso un saggio che ha scritto su come “navigare nel dolore” con People prima della sua morte nel 2023.

Questo non è un argomento comodo per nessuno, ed è molto impopolare parlarne. È piuttosto lungo, potenzialmente scatenante e molto difficile da affrontare. Ma se vogliamo fare qualche progresso sull’argomento, il dolore deve di cui parlare. Condivido i miei pensieri nella speranza che in qualche modo possiamo cambiare la situazione. Già combatto e mi picchio instancabilmente e cronicamente, incolpando me stesso ogni singolo giorno ed è già abbastanza difficile conviverci ora, ma anche gli altri ti giudicheranno e ti incolperanno, anche segretamente o alle tue spalle, il che è ancora più crudele e doloroso per me. sopra a tutto il resto.

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