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Apparecchio ricevitore acustico, quando usarlo?

Apparecchio ricevitore acustico, quando usarlo?

Accorgersi della perdita di udito non è sempre facile. A volte viene confuso con un semplice tappo di cerume, altre volte ci si sente ingolfati a causa di un raffreddore particolarmente intenso e, altre volte ancora, si sospetta che il liquido entrato nelle orecchie, in seguito a una doccia o un bagno, possa essere la causa di una perdita temporanea dell’udito. Nella maggior parte dei casi, in effetti, si tratta di un calo del senso dell’udito temporaneo, ma in molte altre circostanze, no.

Solo una visita specialistica con annesso esame audiometrico può stabilire se l’abbassamento dell’udito sia una condizione permanente o momentanea. Le cause di una ipoacusia possono essere davvero tante. Dall’ereditarietà alle infezioni, dall’esposizione prolungata a rumori particolarmente forti fino all’avanzare dell’età: ogni cosa può condurre a un abbassamento dell’udito.

Eseguire controlli regolari può senza dubbio aiutare a individuare la problematica per tempo, quando ancora è risolvibile, magari, semplicemente con un apparecchio ricevitore, magari collegato a una protesi acustica.
Presso molti centri specializzati si possono reperire informazioni più o meno valide, così come sul web. Visita i siti di questi punti di consulenza e supporto e scopri maggiori informazioni, magari utili ad orientarti nella scelta dell’iter migliore da seguire per diagnosticare le cause della perdita dell’udito e tutto ciò che serve fare per tornare alle condizioni precedenti.

Prima ancora di affidarsi agli esami di uno specialista in otorinolaringoiatria, può valere la pena osservare alcuni “sintomi” che lasciano poco spazio all’immaginazione. Anche se in prima battuta possono sembrare insignificanti, col passare del tempo possono acuirsi, fino a minare la qualità della propria vita e delle relazioni sociali.

Quali i segni principali dell’ipoacusia

Alcuni sintomi, come detto, possono sembrare non importanti, ma occorre prestare attenzione. Alcune reazioni o comportamenti assunti da parte di una persona affetta da ipoacusia lasciano poco spazio all’interpretazione.

Non riuscire a distinguere le lettere sorde, tenere il volume di TV e radio troppo alti, per riuscire a capire cosa viene detto dall’altra parte, chiedere alle persone con cui si interagisce di ripetere parole e discorsi, perché non si sono compresi alcuni suoni può essere sintomo di una condizione più grave e degenerativa.
Percepire che la gente non stia parlando chiaramente e che stia sibilando, acufeni, tendenza al fraintendimento sono altri segnali importanti da non sottovalutare, che suggeriscono l’urgenza di uno screening uditivo più approfondito e il successivo impiego di un apparecchio ricevitore.

Quali i segnali di una ipoacusia pediatrica

L’ipoacusia non colpisce solo anziani e adulti. Per quanto l’età resti un fattore determinante nel calo dell’udito, molti bambini nascono o tendono a sviluppare col tempo l’ipoacusia. Anche in questi casi si possono cogliere specifici segnali che risuonano come veri e propri campanelli d’allarme, per la salute e il benessere dell’udito in età pediatrica.

Nei primi due anni di vita del bambino, buona parte dello sviluppo del suo linguaggio e delle capacità cognitive sono legate agli stimoli uditivi ricevuti, a cui loro riescono a dare precise risposte.
Dalle prime interazioni con i genitori, attraverso i sorrisi sociali stimolati da suoni buffi, fino alla ripetizione delle parole e l’esplosione del vocabolario, molto passa dell’udito.

Se i piccoli non reagiscono, ad esempio non spaventandosi in seguito a rumori forti, non girandosi se chiamati, restando indifferenti se chi parla non è posto davanti ai loro occhi e faticando a individuare la fonte dei suoni che sentono, c’è da insospettirsi.

Anche in questi casi, come per gli adulti, una pronta diagnosi e un successivo intervento, magari con un apparecchio ricevitore, può limitare i danni della carenza uditiva, scongiurando gravi conseguenze anche nello sviluppo del linguaggio e del benessere psicologico del bambino.

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