L’infarto al cuore è la principale causa di morte in Italia, un problema che in genere non risulta essere così semplice da prevenire ed è stato scoperto come la causa scatenante sia dovuta ad un batterio dell’intestino.
Tutto parte dal nostro intestino e sono stati degli scienziati italiani a fare questa sensazionale scoperta attraverso studi di ben quattro anni. Il batterio che causa il classico infarto al cuore si chiama Escherichia coli ed in genere è situato all’interno dell’intestino, il problema però è che riesce spesso a trovare una vera e propria via di fuga e ad entrare in circolo nel sangue, annidandosi nel coagulo, ossia trombo, che ostruisce una delle arterie coronarie che porta ossigeno al cuore.
La scoperta del batterio intestinale che causa l’infarto
Questo tipo di scoperta scientifica è alquanto importante perché potrebbe dar vita ad una cura per l’infarto, impensabile fino a qualche anno fa e che garantirebbe una vita più lunga a moltissime persone. A volte insomma non basta seguire un’alimentazione corretta ed una vita sana, spesso l’infarto al cuore può colpire anche i meno sospettati e la causa è dovuta proprio a questo batterio dell’intestino denominato Escherichia coli. Un team di cardiologi, cardiologi interventisti, anatomopatologi, patologi clinici e biologi guidato da Francesco Violi, direttore della I Clinica Medica del Policlinico universitario Umberto I di Roma, ha avuto la capacità di notare come spesso i pazienti con malattie cardiovascolari abbiano avuto la presenza di tale batterio all’interno del coagulo.
Le dichiarazioni del dottor Violi e la possibilità di un vaccino
Ecco a tal proposito le parole del dottor Violi: “Il nostro studio è partito dall’intuizione che alcuni batteri intestinali potessero avere un ruolo nello sviluppo dell’infarto. Da qui abbiamo avviato un lavoro che è durato oltre 4 anni e abbiamo scoperto che i pazienti con infarto acuto presentavano alterazioni della permeabilità intestinale e contemporaneamente il batterio Escherichia coli nel sangue e nelle maglie del trombo.”Ciò però che fa ben sperare per il futuro è la possibilità di poter fermare l’infarto a livello sperimentale con una molecola intelligente che impedisce al batterio di legarsi a un recettore (chiamato “Toll-like receptor 4”) di cellule immunitarie specifiche presenti nella sede della formazione del trombo. E’ questa la parte più intrigante della scoperta, perché gli scienziati sono già a lavoro per dar vita ad una sorta di vaccino e poter in questo modo prevenire l’infarto nei soggetti fortemente a rischio.