I pm di Milano hanno accertato che Abdel Majid Touil, il marocchino di ventidue anni arrestato due giorni fa a Gaggiano nei pressi del capoluogo lombardo per la strage al museo del Bardo di Tunisi, sarebbe stato in Italia sia il 18 marzo, il giorno dell’attentato, sia nei giorni precedenti e successivi. La Procura di Milano ha appurato ciò consultando i registri della scuola di italiano che Touil frequenta due volte alla settimana a Trezzano sul Naviglio e grazie alle testimonianze degli insegnanti. Ciò porterebbe ad escludere quasi con sicurezza che il giovane possa aver avuto un ruolo da esecutore materiale nell’assalto al museo, anche se occorre accertare se possa aver fornito comunque un supporto logistico, come ritengono le autorità tunisine, il che sarebbe compatibile con la sua presenza in Italia in quei giorni.
A confermare la presenza di Touil in Italia in quei giorni vi sarebbe anche un quaderno con gli appunti delle lezioni di italiano del corso frequentato dal ragazzo, appunti che vanno dai primi di marzo ai primi di aprile. Il fratello Abderrazzak ha affermato in proposito: “Questo è il quaderno su cui mio fratello studiava italiano. C’è la pagina del 19 marzo. Come avrebbe fatto a rientrare dalla Tunisia?” A Gaggiano, il paese dove il giovane è stato arrestato, parenti, testimoni e insegnanti ripetono che, dopo il suo arrivo in Italia, il 17 febbraio, egli non si è più mosso, fino all’arresto. Secondo l’inchiesta tunisina, invece, lo scorso 18 marzo Touil era a Tunisi, dove avrebbe incontrato Yassine Laabidi e Jabeur Khachnaoui, i due terroristi poi uccisi dalle forze speciali al Bardo, e si sarebbe avviato verso il museo con loro. Assieme ai terroristi ci sarebbe stato un certo Othmane.
Touil avrebbe partecipato anche alla seconda riunione della cellula terroristica responsabile della strage, tenutasi l’11 marzo. Dalla richiesta d’arresto inviata dalla Tunisia sono emersi per ora solo i reati di cui il giovane è accusato, fra cui l’omicidio volontario e la partecipazione ad attività terroristica internazionale, ma non viene detto quali sarebbero le prove, né cosa egli avrebbe fatto quel giorno o nei giorni o mesi precedenti. Il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti ha affermato: “E’ in corso un’attenta verifica da parte dell’autorità giudiziaria milanese, soprattutto in merito all’alibi fornito”. Sull’arresto del marocchino è intervenuto anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, che, in un’informativa alla Camera, ha spiegato che “andranno chiarite circostanze sui movimenti di Touil dopo l’ingresso in Italia”.
Egli, lo scorso 17 febbraio, era stato soccorso su un barcone ed era poi arrivato a Porto Empedocle, e, dopo fotosegnalamento e impronte, il questore di Agrigento ne aveva disposto l’espulsione, ma, ha aggiunto Alfano, “in quel momento nulla a suo carico era stato segnalato dalle autorità tunisine; ne consegue che non era considerato un soggetto pericoloso per la sicurezza nazionale“. In una conferenza stampa sulle elezioni regionali, a chi gli chiedeva se fosse ancora convinto che l’arresto del giovane fosse un successo investigativo, il ministro ha invece risposto: “Abbiamo eseguito un mandato di arresto internazionale sulla base di indagini svolte in un altro Paese. E’ li che va rivolta la domanda. Un mandato di arresto internazionale non è competenza italiana”.
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