Ci sono due novità in Sardegna in vista delle elezioni regionali del 16 febbraio. Il Pd, dopo la rinuncia di Francesca Barracciu, vincitrice delle primarie ma indagata nell’ambito dell’inchiesta sui fondi al Consiglio regionale, ha deciso infatti di candidare l’economista sassarese Francesco Pigliaru, 59 anni. Il Movimento 5 Stelle, invece, che a febbraio era stato il partito più votato nell’isola con il 29% di voti, ha annunciato, dopo giorni di caos: “Noi non ci saremo, non parteciperemo al voto”. Il principale sfidante del governatore uscente Ugo Cappellacci, ricandidato da Forza Italia, sarà dunque Pigliaru, prorettore dell’Università di Cagliari, editorialista de “La Nuova Sardegna” e già assessore al Bilancio nella Giunta Soru: è stato infatti votato all’unanimità dalla direzione regionale del Pd riunita a Oristano.
Nel fine settimana si era cercato di tracciare l’identikit del candidato, e, fra i nomi fatti, si era arrivati ad una terna con Pigliaru sempre presente. Mentre scendevano le quotazioni di Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, e del rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino, riprendevano quota quelle di Gian Piero Scanu, parlamentare di Olbia, ma rimanevano ancora i veti incrociati di alcune correnti. Ieri, alla fine, la convergenza su Pigliaru, che ha dichiarato: “Non partiamo da zero, ma abbiamo poco tempo e dobbiamo usarlo benissimo. Da solo non vado lontano, insieme possiamo fare moltissimo per il futuro della Sardegna”.
L’economista ha inoltre indicato le sue priorità, ovverosia pari opportunità per tutti, lavoro e difesa del Piano Paesaggistico regionale. A sfidare Pigliaru per la presidenza della Regione, oltre al governatore uscente Cappellacci, vi saranno la scrittrice Michela Murgia, con la coalizione Sardegna Possibile, il deputato ed ex presidente della Regione Mauro Pili, con “Unidos”, gli indipendentisti di “Meris” e “Fronte Unidu Indipendentista”, rispettivamente Cristina Puddu e Pier Franco Devias, e Gigi Sanna con il Movimento Zona Franca. Non parteciperà, invece, il Movimento 5 Stelle. La deputata Emanuela Corda ha annunciato con un lungo post su Facebook: “Noi non presenteremo alcuna lista, perchè non siamo ancora in grado di farlo“.
Ciò nonostante si sia cercato di comporre una lista da far certificare allo staff di Beppe Grillo, e malgrado lo sciopero della fame iniziato da 5 attivisti per convincere il leader a concedere il simbolo, che Grillo non ha concesso, viste le continue polemiche sulla scelta delle liste e sul nome del candidato alla presidenza. Per la Corda, nel M5S sardo vi è “ancora troppo livore, troppa incoscienza, troppo protagonismo nell’esternare ai quattro venti, un malessere che è figlio primariamente delle nostre debolezze e delle nostre fragilità“, ed ha accusato: “Temo che alcuni abbiano scambiato il Movimento per uno sfogatoio”.