Come ogni settimana la satira ironica e non certo priva di spunti di riflessione di Maurizio Crozza torna ad aprire Ballarò, la trasmissione politica condotta da Giovanni Floris. Il comico genovese esordisce riferendosi alla giunta che deve decidere le sorti di Silvio Berlusconi, lanciando, inoltre, una non velata frecciatina all’integrità morale dei senatori.
Giova, allora, la giunta che deve decidere su come decidere sulla decadenza di Berlusconi, ha deciso di non decidere. Continua la discussione tra voto segreto e voto palese. Ma che discussione è? I Senatori non dovrebbero sempre votare secondo coscienza? A parte che se avessero avuto la coscienza, non saremmo a questo punto… Se parli di questo, vuol dire che non hai la coda di paglia, hai un fienile che ti esce dal culo… In questo paese c’è sempre qualcosa di palese e di segreto: che si debbano pagare le tasse è palese, come usano i nostri soldi un segreto […] che un senatore condannato è palese, che ora forse ci dobbiamo beccare anche sua figlia è un segreto…
Continua il comico, che non ci fa anche mancare dei riferimenti al Datagate, immaginando cosa abbiano mai potuto ascoltare le spie americane durante le focosi notti di Arcore. Si torna, quindi, sempre a Berlusconi:
Berlusconi è stato condannato definitivamente: la legge Severino dice che deve cadere immediatamente: definitivamente e immediatamente sono avverbi che non lasciano margini. Te lo insegnano anche a scuola, io ero un asino a scuola e mi dicevano: Crozza fuori dalla porta immediatamente. Non è che uscivo dopo 6 mesi! E’ una storia infinita… Quell’uomo lì ci seppellisce tutti. Il giorno del Giudizio Universale ci sarà Dio e dirà: i Prodi all’inferno e Berlusconi… slitta a dicembre… Tra l’altro, perché ci tiene così tanto a restare in Senato? Non ci va mai! Da quando è iniziata la legislatura, ha accumulato il 99,94% di assenze.