Il caso Datagate continua a surriscaldare i rapporti tra l’Europa e gli Stati Uniti. Il “Guardian” ha pubblicato un documento riservato dall’archivio di Edward Snowden, nel quale si sostiene che la Nsa ha spiato le conversazioni telefoniche di 35 leader politici e militari mondiali, dopo aver ricevuto le utenze da intercettare da responsabili del governo americano. Nel memo non vengono citati i nomi dei leader spiati, ma si afferma che la Nsa ha “incoraggiato i funzionari di altre istituzioni, come la Casa Bianca, il dipartimento di Stato e il Pentagono, a condividere i numeri delle utenze telefoniche“ da intercettare. Dal documento, risalente all’ottobre 2006, si apprende inoltre che un funzionario “ha consegnato 200 numeri, tra i quali quelli di 35 leader mondiali” che sono stati “immediatamente acquisiti dalla Nsa” per avviare le intercettazioni.
Mercoledì, già il governo tedesco aveva fatto emergere la possibilità che la Cancelliera Angela Merkel fosse stata spiata tramite il telefonino, e vi era stata subito una telefonata tesa tra la Merkel e il presidente americano Barack Obama. L’addetto stampa della Casa Bianca aveva spiegato che gli Stati Uniti “non stanno monitorando e non monitoreranno” le utenze della Cancelliera tedesca, ma le polemiche comunque non si erano placate, perchè il governo tedesco ha fatto notare come non vi fosse la smentita di averlo fatto in passato. La Merkel, arrivata ieri al Consiglio Europeo di Bruxelles, ha affermato in proposito: “Spiare gli alleati è inaccettabile”. Il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle ha convocato l’ambasciatore americano in Germania.
Secondo un altro tedesco, il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, i servizi segreti americani “sono fuori controllo”. Schulz ha spiegato infatti alla Cnbc di aver chiesto del caso Datagate all’ambasciatore americano all’Ue, senza ottenere risposta, a riprova, secondo lui, che il governo americano non tiene più sotto controllo la sua intelligence. Il presidente del Parlamento Europeo ha anche minacciato, come conseguenza dello scandalo, la sospensione dei negoziati per arrivare ad un accordo di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti. Il caso Datagate rimane al centro del vertice europeo che si sta svolgendo a Bruxelles, e il presidente della Ue Herman Van Rompuy ha fatto sapere che nella bozza di conclusioni del vertice si fa riferimento proprio “alla necessità di approvare la direttiva sui dati personali l’anno prossimo, perchè è importante ristabilire la fiducia”.
Per il commissario europeo alla Giustizia Viviane Reding, occorre dare una risposta “forte e univoca“ agli americani. Secondo quanto rivelato da Edvard Snowden all'”Espresso”, anche il nostro paese sarebbe stato spiato, non solo da parte degli Stati Uniti, ma anche dall’intelligence britannica, che poi scambiava le informazioni rilevanti con l‘Nsa americana. Il premier Enrico Letta ha commentato: “Abbiamo chiesto chiarimenti al governo americano, perchè attività di spionaggio di questo tipo non sono ammissibili”. Il portavoce della Casa Bianca Jay Carney ha riferito che “il presidente Obama comprende le preoccupazioni sollevate” sullo scandalo Datagate ed ha perciò iniziato “una revisione del sistema di raccolta dei dati da parte dell’intelligence. Una revisione che è in corso”.