La settimana di Silvio Berlusconi si è aperta a Milano. Qui è indagato dalla Procura perché avrebbe consegnato all’avvocato inglese David Mills 600mila euro allo scopo di fargli rilasciare false dichiarazioni nei processi per le tangenti alla Guardia di Finanza e quello di All Iberian. All’uscita dall’aula, il premier è stato di poche parole. Ai cronisti che gli chiedevano come stesse, ha risposto: “Io bene. Siete voi che avete delle brutte facce”. Qualche secondo dopo, la smentita: “Stavo scherzando”. Il presidente del consiglio non è entrato nel merito del procedimento, né ha ha rilasciato dichiarazioni sulle altre vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto.
Ieri, ad esempio, Berlusconi avrebbe dovuto presentarsi in qualità di testimone presso la Procura di Napoli. Il premier, secondo gli inquirenti, sarebbe stato vittima dei ricatti di Gianpiero Tarantini, già in carcere, e Valter Lavitola, latitante. Berlusconi aveva chiesto ai magistrati di venire ascoltato in presenza dei suoi avvocati, ma la la Procura ha detto no. Di qui il rifiuto del primo ministro di andare a Napoli. E allora si torna a parlare di “accompagnamento coatto”, anche se l’ipotesi non è difficilissima realizzazione.