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Giovani choosy, i direttori risorse umane danno ragione alla Fornero

Giovani choosy, i direttori risorse umane danno ragione alla Fornero

Ai giovani diplomati e neolaureati di oggi non interessa fare fotocopie o frequentare le botteghe come apprendisti, piuttosto preferiscono restarsene a casa con il titolo di studio nel cassetto: è questa l’opinione di Paolo Citterio, presidente nazionale dell’Associazione direttori risorse umane Gidp-Hrda, il quale intervistato dall’Adnkronos parla della mancanza della capacità di adattarsi nelle giovani generazioni.

“In Italia – ha spiegato Citterio – le opportunità occupazionali non mancano; anche se, soprattutto all’inizio, non è facile trovare un posto compatibile con le competenze di studio acquisite”.

Le affermazioni del presidente dell’associazione direttori risorse umane non si discostano dunque da quanto dichiarato negli scorsi giorni dal ministro del Lavoro Elsa Fornero a proposito della necessità per i giovani in cerca di prima occupazione, di accettare il primo lavoro che capita e di proseguire poi “dall’interno” la ricerca di un posto che meglio si confaccia alle proprie qualifiche.

“Questa mancanza di accettazione di lavori cosiddetti umili – ha precisato Citterio – ha delle radici strettamente culturali: si nota, infatti, in quei giovani con genitori che non avendo avuto la possibilità di studiare, spingono i figli ad accettare lavori legati agli studi fatti”.

Non così all’estero, dove ci si lancia molto prima nel mondo del lavoro, cogliendo al volo le prime occasioni lavorative, indipendentemente dal titolo e dal percorso di studi effettuato.
Paolo Citterio evidenzia poi che il problema non è circoscritto alla mancanza di figure professionali medio-basse, ma riguarda anche la penuria di figure tecniche.

“Un direttore del personale – rivela il direttore del Gidp-Hrda – attualmente, in Italia, non riesce a trovare facilmente neolaureati in ingegneria gestionale, meccanica e informatica. Ma non è tutto. Il conseguimento della laurea deve essere circoscritto in 5 anni e mezzo, non oltre, e deve presupporre anche una conoscenza perfetta di almeno una lingua straniera”.

Il candidato ideale per le aziende vanta dunque una laurea in materie tecniche conseguita in tempi brevi, la padronanza di almeno una lingua straniera e possibilmente un’esperienza Erasmus all’estero.

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