Un post di Mina sul blog di Beppe Grillo. Incredibile a dirsi, la celebre cantante italiana naturalizzata svizzera dal 2006, che vive da decenni un “esilio volontario” dalla mondanità, si è affacciata per un attimo “dall’oblò” – come lei stessa scrive – per osservare la vita pubblica del “Dolce Paese” e ha scoperto che il comico genovese si ritrova oggi con tutti i riflettori puntati.
“Scusa, ma non eri un trascurabile, insignificante, nulla politico?”,chiede direttamente a Beppe Grillo. “E quand’anche avessi avuto qualche vocina in capitolo, non dovevi per caso essere silenziato e relegato nel cosmico cantuccio del web, secondo ordini trasversalmente e uniformemente accettati? Devo proprio essermi persa un passaggio.”
Il tono del messaggio è estremamente ironico, il Governo Monti viene metaforicamente definito “la tecno-management-safety car” che si appresta al rientro, mentre i partiti sarebbero “i concorrenti” che stanno per “scatenare l’inferno”. In questo scenario campeggia “la doppia cifra nei sondaggi sulle intenzioni di voto che ho visto fiammeggiare in Tg e talk show”, scrive la Tigre di Cremona, riferendosi alle alte percentuali ottenute dal Movimento 5 Stelle in tutta Italia.
Con lo stesso stile irridente, Mina difende poi Grillo dai paragoni con Mussolini e altri dittatori:
“Com’é? A torso nudo potresti mietere il grano come Mussolini per ingraziarti i villani nell’afa? Con baffetti neri potresti urlare stermini, in apoteosi hitleriana? Con baffi un po’ più grossi, di foggia staliniana e stalinistica, ti potresti cimentare nel tiranneggiare alcuni russi e ‘siberiare’ i dissidenti? Con l’acqua alla gola ingoierai lo stretto di Scilla e Cariddi in un acquatico show alla Mao? Stai rifondando “L’uomo qualunque”? E’ vero, c’è qualcosa che fai esattamente come Mussolini, come Stalin, come Mao, come Giannini ed è bere, dormire, mangiare e, orrore, fare la cacca.”
Tali accuse fanno adirare la cantante, che conclude:
“Che bassezza, la povertà di questa iconografia da strapazzo. Le similitudini per la tua antidemocraticità, per il tuo qualunquismo, per la tua voglia di reclamizzarti sono pezzi disordinati di ineleganza, al limite del ridicolo. O della querela. Ne vedremo delle belle, temo. Tu va’, dritto come un fuso. Corri Forrest, corri…”.