Sono ben 1700 gli emendamenti presentati da parte di tutti i gruppi parlamentari al decreto legge sulle liberalizzazioni da stamattina all’esame del Senato. Pertanto, sempre più probabile, si fa l’eventualità che il Governo decida di porre la fiducia. L’ultima fase del “labor limae” ha riguardato le misure a tutela dei consumatori nei loro rapporti con le banche, eliminando le clausole per l’apertura di nuove linee di credito, mentre la questione della Tesoreria unica sarà risolta nel decreto concernente la riforma fiscale.
Il decreto ha superato ieri sera il primo scoglio con l’approvazione da parte della Commissione Industria del Senato. Uno dei punti focali delle tanto discusse liberalizzazione riguarda la diatriba tra il Governo e il Pdl sulle farmacie; il primo ha sostanzialmente tenuto la linea sul tetto degli abitanti per ciascuna farmacia, facendolo salire dai 3.000 del decreto a 3.300, in ogni caso al di sotto dei 5.000 stabiliti dall’attuale normativa vigente e dei 4.000 chiesti dal Pdl. Alle parafarmacie, invece, è stato tolto un vincolo; potranno infatti vendere le medicine che l’Aifa toglierà dalla lista di quelle di fascia C non sono nei comuni con popolazione superiore ai 12.500 abitanti, ma anche nei comuni meno popolati. Senza contare che potranno anche vendere prodotti galenici e veterinari, seppur con ricetta.
Il Pdl vince invece sul Governo per quanto riguarda i Taxi: le licenze rimarranno in capo ai sindaci e non all’Autorità per i trasporti. Vittoria del Pdl sul Governo anche per quanto riguarda i professionisti: gli avvocati non dovranno più fare obbligatoriamente un preventivo scritto, così come anche altre idee riguardanti le società di professionisti sono state recepite nel decreto che, a detta di Gasparri, è così migliorato. La commissione ha introdotto anche il cosiddetto “rating antimafia”, voluto da Renato Schifani fortemente e che diverrà “uno strumento premiale nell’accesso al credito ed alle agevolazioni pubbliche”, come ha spiegato DanielaVicari del Pdl. Il Pd, invece, con prima firma di Luigi Zanda, propone l’emendamento che toglie alla Protezione civile la gestione degli appalti per i Grandi eventi, dovranno essere effettuate con gare e non affidate direttamente alle imprese.