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Senato, sì alla riduzione dei deputati

Senato, sì alla riduzione dei deputati

Dall’aula del Senato arriva il via libera alla riduzione del numero dei deputati. L’Assemblea ha infatti approvato con 212 voti favorevoli, 11 no e 27 astenuti, l’articolo 1 del testo unificato sulle riforme costituzionali che prevede la riduzione del numero dei deputati dai 630 attuali a 508, 8 dei quali eletti nella circoscrizione estero.  A votare a favore del taglio sono stati i senatori di Pdl, Pd, Udc, Idv, Coesione nazionale e Terzo polo Api-Fli. Voto contrario solo per i  radicali, astenuti i senatori della Lega Nord. In dissenso, rispetto al proprio gruppo, hanno votato  per il no al taglio i senatori Luigi Li Gotti (Idv) e Mario Baldassarri (Fli), il quale ha dichiarato: “Non si può votare un taglio dei parlamentari senza sapere nemmeno quale sia la legge elettorale”.

La norma, va a riscrivere l’articolo 56 della Costituzione, andando inoltre a stabilire che “sono eleggibili a deputato tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i 21 anni di età” e non più i 25, come previsto dall’articolo così com’è adesso formulato. Il testo, approvato dal Senato, continua così: “La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall’ultimo censimento generale della popolazione per 500 e distribuendo i seggi in proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti”.

Non mancano le prime reazioni. Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, al termine dell’approvazione a Palazzo Madama, ha dichiarato:

Noi abbiamo una preoccupazione, l’ho detto in aula e fuori chiaramente e più volte, e cioè che questo voto d’aula, che peraltro riguarda soltanto la riduzione del numero dei deputati e non anche dei senatori (perché la riduzione dei parlamentari di Palazzo Madama viene affrontata negli articoli successivi che affronteremo mercoledì), è inserito in un provvedimento che a mio avviso non diventerà mai legge dello Stato. Questa votazione rischia, quindi, di essere una delle tante votazioni sulla riduzione del numero dei parlamentari avvenute in Parlamento negli anni, e non capisco perchè non ci si voglia impegnare fino in fondo per mettere in sicurezza questa parte della riforma. 

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