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Pompei, 105 milioni di euro dall’Ue per salvare il patrimonio archeologico

Pompei, 105 milioni di euro dall’Ue per salvare il patrimonio archeologico

“Pompei cade a pezzi e nessuno muove un dito!” Questo tuonavano i giornali in varie salse dopo l’ennesimo crollo in uno dei siti archeologici italiani più famosi nel mondo: quello di Pompei. Ci pensa l’Unione Europea a metterci una pezza e stanzia 105 milioni di euro per salvare l’enorme patrimonio archeologico.

I lavori sono programmati per i prossimi quattro anni, ma sono sicuro che non basteranno, sarà necessario prevedere ulteriori finanziamenti per andare avanti” ha detto durante la conferenza stampa il commissario europeo Johannes Hahn, che ha ufficializzato lo stanziamento della notevole cifra per salvaguardare la città archeologica di Pompei seppellita dall’eruzione del Vesuvio del 79 a.C. che distrusse Stabia, Ercolano e per l’appunto Pompei.

Hahn ha rimandato al 7 novembre la sua visita al sito archeologico utile a valutare l’inizio dei lavori, ma ha già specificato che tornerà diverse volte nei prossimi mesi per assicurarsi che tutto proceda in ordine o, come sussurrano i maligni, che “tutto proceda almeno!

E’ fatta. I 105 milioni ci sono. Ho detto che mi sento sotto esame perchè sono una persona prudente. I finanziamenti dell’Ue ci sono. Ora si tratta di spenderli nel miglior modo possibile per fare bella figura con l’Europa e per realizzare una cosa importante” ha detto il ministro Giancarlo Galan chiudendo la conferenza stampa.

Poi ha assicurato quanti temono l’ennesima elargizione a pioggia che questo non sarà il solito intervento contingente, uno spot insomma, ma un’iniziativa definita “di grande rilievo”. Secondo il Ministro dei Beni Culturali è la prima volta che la cultura non subisce tagli, ma la stampa riporta solo il crollo di un muro costruito nel 1947. Sempre il ministro ha annunciato ben 20 nuove assunzioni per il sito archeologico e sottolinea in tono polemico: “in tanti anni di presidenza della Regione Veneto non ho mai perso un euro che veniva dall’Europa”. Insomma, parafrasando le sue affermzioni: fatemi lavorare prima di giudicare il mio lavoro, in passato ho saputo cosa era meglio fare!

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