Una delle 103 capsule di cocaina che aveva ingerito e che dunque si trovava nello stomaco si è rotta e così è morto. Roberto Palazzoni, di 44 anni, originario di Perugia, è giunto arrivato agonizzante nel nosocomio di Cusco, località alle porte del mitico Machu Picchu, la monumentale città perduta della civiltà Incas.
L’uomo è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva, dove i dottori gli subito hanno subito diagnosticato un aneurisma cerebrale. In una seconda fase i sanitari hanno scoperto la presenza degli ovuli di droga nel corpo del Palazzoni. L’uomo è deceduto dopo due giorni di agonia. Adesso un suo familiare giunto dall’Umbria sta cercando di ricostruire la vicenda, anche se la dinamica ormai pare essere piuttosto chiara.
Episodi come quello occorso all’italiano in Perù non sono così rari. Questo metodo di trasporto della droga è rischiosissimo, ma può essere assai redditizio. Ogni viaggio in Sud America può valere dai 3mila ai 5mila dollari. Decine gli arresti eseguiti negli ultimi mesi nei paesi latino-americani.