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Tymoshenko, capo dell’opposizione ucraina, rubò gas russo?

Tymoshenko, capo dell’opposizione ucraina, rubò gas russo?

Il capo dell’opposizione ucraina Julia Tymoshenko è arrivata al processo in cui è accusata di aver abusato dei suoi poteri quando, in quanto premier di quel periodo, siglò gli accordi con la Russia per le forniture di gas nel 2009.

L’Ucraina è sempre stato un paese importantissimo sullo scacchiere europeo, infatti è quello in cui passano principalmente i gasdotti che portano il gas dalla Russia all’Europa. Le tensioni fra i due paesi sono da sempre molto tese. Dopo l’indipendenza, conquistata a caro prezzo anche per un’ex repubblica sovietica, l’Ucraina ha iniziato a tratti alterni un braccio di ferro col suo potente vicino a causa delle accuse dei russi di “rubare” grossi quantitativi di gas. Accuse che hanno tal volta costretto perfino la diplomazia Nato ad intervenire per evitare un intervento militare russo.

In questo tram tram c’è il popolo ucraino, che cerca di ritagliarsi una vita ed un benessere europeo e per fare ciò ha dovuto sconfiggere la corruzione (di matrice russa secondo la maggior parte della popolazione) e le tendenze dittatoriali in cui a volte è caduto vittima il governo. La Tymoschenko è stata un premier molto amata, in quanto si è battuta strenuamente per siglare accordi vantaggiosi per il suo paese, impegnandosi in trattative assai serrate che hanno rischiato in più di un’occasione di lasciare a secco l’Unione Europea del prezioso gas. 

Così le accuse mossegli adesso di corruzione fanno indignare l’ex premier ed i suoi sotenitori, che affermano il processi sia solo un tentativo dell’attuale governo di delegittimarla in vista delle prossime elezioni. Oggi il giudice Rodin Kireiev ha letto le accuse a carico della Tymoschenko, ma lei non è apparsa preoccupata; infatti all’uscita dall’aula ha gridato: “gloria all’Ucraina! Questa sentenza non cambierà la mia vita e la mia lotta!” Un’eroina perseguitata o una criminale che sfrutta la politica per farsi scudo dei suoi delitti? Un dilemma che qui in Italia ci è tristemente familiare.

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