Il leader degli Who si è scagliato contro le nuove piattaforme di distribuzione online ed in particolar modo contro quella della Apple, ce a suo dire non aiuterebbe gli artisti, ma semplicemente li spreme come farebbe con un suo nuovo software e poi li butta via. L’ha definito: “un vampiro dell’era digitale, che succhia il sangue creativo degli artisti senza offrire adeguate trasfusioni economiche. Una creatura software che non lascia scampo alle leve più giovani, lasciate in pasto alla pirateria senza la guida di una solida etichetta discografica.”
Così almeno la pensa il sessantaseienne Pete Townshend, il leggendario capo della band inglese “the Who“. Un pensiero che mette sotto accusa internet in generale, che ha “distrutto il copyright così come lo conoscevano gli artisti come me”. Il nemico numero uno sarebbe quindi la piattaforma di distribuzione iTunes, messa sul banco degli imputati sulla radio BBC 6 Music, dove Townshend è andato per fare un omaggio particolare a John Peel, un famoso DJ ed esperto di musica morto nel 2004. I distributori come iTunes sono infatti costruiti solo per gestire fasi di distribuzione e pagamento, che al di la dell’eccezionalità del software, che anche Townshend ha definito “mirabile” non riuscirebbero a guidare un artista nella sua carriera.