La Thailandia è un paese famoso per diversi motivi. Alcuni positivi come ad esempio l’ospitalità, le bellezze naturali e storiche, le tradizioni esotiche ed accattivanti che tanto attraggono i turisti occidentali. Altri negativi come l’estrema povertà, il traffico della prostituzione minorile e la precarietà della vita di chi non può godere dei privilegi di chi viene in vacanza ed è costretto ad elemosinare un tozzo di pane mentre a pochi passi c’è chi si abbuffa in lussuosi ristoranti alla moda. Purtroppo è anche una nazione povera di infrastrutture che contengano gli effetti delle forti piogge e le inondazioni sono un fatto usuale. Quelle di quest’anno però vengono definite le peggiori degli ultimi 50 anni.
Un primo bilancio critico è quello che viene stilato dalle associazioni internazionali di primo soccorso ed aiuto umanitario per la situazione della Thailandia travolta dalle piogge, con numerosi corsi d’acqua in esondazione e città e villaggi invasi da acqua e fango. Sarebbero 500 i morti dovuti alla furia della tempesta e delle inondazioni, ma il bilancio rischia di salire a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie delle migliaia di sfollati, ma anche per la mancanza di generi di prima necessità come acqua, cibo e coperte; addirittura non ci sarebbero i mezzi per soccorrere persone ancora bloccate sui tetti delle case su cui erano saliti per evitare di essere travolti dalle acque dei fiumi in piena.
Il governo della Thailandia ha annunciato che il fronte delle acque preme ormai nelle periferie a nord di Bangkok, il cuore economico del paese e le polemiche dei giorni scorsi sugli interventi del governo (accusato di sacrificare le periferie pur di salvare la capitale) rischiano di affogare in un fiume in piena che minaccia direttamente un centro abitato con oltre 12 milioni di abitanti. Sarebbero quindi 506 le vittime fra annegati o fulminati dalla corrente elettrica nelle 15 province del paese colpite dal disastro. Con 3,1 milioni di persone che più o meno direttamente hanno subito gli effetti di questo cataclisma idrico.