Gli impegni presi per frenare l’effetto serra sembrano lontani dall’essere raggiunti e la temperatura del pianeta sembra procedere verso un aumento medio di 4 gradi entro fine secolo. Detto così potrebbe apparire poco preoccupante, in fondo, viene da pensare, cosa sono quattro gradi? Se non si cercherà di contenere questo aumento attraverso il rispetto degli impegni presi, questo innalzamento qualcuno di noi potrà già ricordarlo poiché si esplicherà entro il 2060. L’annuncio viene dalla Banca Mondiale e sembra lontano dall’essere una novità. Ciò che spaventa invece sono gli ulteriori studi portati a supporto della gravità del fatto. Quattro gradi infatti sono la differenza tra la temperatura media attuale del globo e la temperatura media dell’ultima glaciazione, quando per intenderci il mondo era coperto da uno spesso strato di ghiaccio.
Ovviamente si parla adesso del procedimento inverso, ossia di un innalzamento della temperatura media di quattro gradi ma ciò lascia presupporre effetti altrettanto evidenti e impattanti. Se da un lato gli oceani e i mari conterranno questo aumento, poiché l’acqua sarà comunque sempre più fresca, sappiamo che i paesi del Mediterraneo si ritroveranno con estati in cui la colonnina di mercurio segnerà mediamente sei gradi in più. Un ricordo dunque i “freschi” 34 gradi delle estati attuali, dovremo fare i conti con una media di 40. Parliamo di estati “normali”; ciò non esclude dunque che potremmo ritrovarci a convivere anche con belle stagioni anomale come quella appena passata per cui particolarmente roventi: cosa significa? Che potremmo vedere la colonnina di mercurio alzarsi di nove gradi. Dunque niente più bagno per i bimbi che potrebbero restare “scottati” dalle acque così calde, ma con la speranza di poter immergersi durante le vacanze di Natale.
A gennaio 2060, si rischierà di sudare più che a luglio 1999. Insomma estati molto più roventi delle attuali estati al top della canicola. Ma il caldo è solo un aspetto del problema. Le piogge specialmente in alcuni periodi dell’anno e soprattutto al nord diventeranno più intense di circa il 20% rispetto ad oggi e le inondazioni diverranno una costante. Nel sud del mondo pioverà invece troppo poco e il rischio desertificazione si farà sempre più tangibile. Lo scenario è quello di un mondo diviso tra pianure aridissime e mari che si innalzano a seguito dello scioglimento dei ghiacciai. Colpito sarà il subcontinente indiano ma anche l’America potrebbe fare i conti con una Manhattan sommersa: Sandy docet. Forse i governi si muoveranno prima. Si spera.