La sezione feriale penale della Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’assise d’appello di Milano emessa il 28 maggio scorso a carico dei 12 imputati per il processo delle cosiddette nuove Brigate Rosse. Uno di loro, Salvatore Scivoli, è stato assolto, mentre gli altri 11 sono stati condannati, anche se sono stati respinti sia i ricorsi degli imputati sia quello della Procura generale di Milano che chiedeva pene più alte e il riconoscimento della finalità di terrorismo. Già i giudici d’appello, dopo un rinvio della Cassazione, avevano escluso l‘aggravante terroristica, sostenendo che le nuove Brigate rosse progettavano “plurimi attentati” che però erano “caratterizzati” da “violenza generica e non terroristica”.
La Cassazione, quindi, confermando l’ultima sentenza d’appello, riconosce tali motivazioni. In sostanza, le nuove Brigate Rosse avevano una “visione politica” sovversiva e portavano avanti una strategia che consisteva nell’usare le armi “per fare politica e non per fare la guerra“. Proprio la Cassazione, a febbraio, aveva annullato la prima sentenza d’appello rinviando la questione ai giudici di Milano affinchè verificassero più attentamente la contestazione della finalità terroristica agli imputati.
Rio de Janeiro, arrestate 10 persone che preparavano attentato per le Olimpiadi
La paura del terrorismo sembra affacciarsi anche sulle Olimpiadi brasiliane a circa due settimane dal